Emigrazione, transumanza, bellezza inarrivabile della natura molisana, trascorrere inesorabile del tempo e nonostante tutto sempre e ancora tanta voglia di vivere, di esserci e quindi di dire. Così in estrema sintesi “la foto” attuale dell’autrice venafrana Gilda Antonelli, fiera della propria terra d’origine – il Molise e Venafro in particolare- e della propria estrazione agreste, binomio che ha dato sapore e verve a tantissimi suoi versi, apprezzati in molte regioni d’Italia ma anche oltre oceano, come testimoniano attestati e recensioni.
Alla donna, sulla “breccia” da decenni e le cui liriche sono ospitate in tante antologie letterarie, fa piacere diffondere il personale pensiero sullo stato e sulla “salute” della cultura a Venafro, non risparmiando “frecciate” assolutamente giuste e veritiere nei riguardi delle istituzioni, a suo dire poco attente alle esigenze dei promotori culturali. Il pensiero dell’Antonelli, un personaggio che non demorde : “Venafro é una fucina di operatori culturali, addirittura un vulcano di idee e iniziative ! Poeti e scrittori però lamentano -ed ecco l’Antonelli “graffiante”- la scarsezza dei legami tra le anime cittadine della cultura e le istituzioni in genere.
Non appaiono perciò superflui -puntualizza l’autrice- incontri, dibattiti e approfondimenti periodici. Questi, una volta attuati, consentirebbero scambi culturali e circolazioni di idee certamente fruttuosi, ed invece il più delle volte si registrano assenze, silenzi, distacchi a scapito appunto della cultura un genere”. Sul tema la domanda e quindi la ricetta dell’autrice : “Al riguardo, chi deve muoversi ?
Innanzitutto le pro loco, quindi i settori municipali che dispongono dei mezzi finanziari e dulcis in fundo gli organismi preposti alla promozione delle manifestazioni culturali”. Idee chiare di una donna appartenente alla gente dei campi, categoria di cui Gilda Antonelli conserva semplicità e fede.
Tonino Atella