Riceviamo e pubblichiamo comunicato di Tiziano di Clemente PCL Molise:

<<Il Sindaco di Isernia pretende che la concessionaria rispetti un “impegno verbale” preso di rendere frazionabile la tariffa di 80 centesimi l’ora.  Ed a quale titolo un Comune potrebbe mai legalmente esigere una prestazione se non è scritta nel contratto?

Il sindaco e tutti i consiglieri della destra isernina dovevano pensarci prima: perché hanno omesso di precisare l’obbligo della frazionabilità nella sciagurata delibera n. 14 del 29/03/2018 che invece votarono senza battere ciglio ?

E la stessa omissione hanno fatto nella farsesca “transazione” seguita al disastro successivo a tale delibera per “evitare i danni da pagare alla società”. Danni ? Se esistono li paghino sindaco, giunta e tutti i consiglieri della destra che hanno votato la illegittima e sciagurata delibera n.14/2018 !

E v’è un paradosso: invece di fare sceneggiate rivendicando un patto comunale nullo poiché non scritto (lo dice il codice dei contratti pubblici), il sindaco dovrebbe semmai contestare alla società l’errata interpretazione del contratto: nella delibera non si fa riferimento ad minimo, ma solo alla tariffa oraria presa come base di misurazione, ed in tal caso il dovuto deve essere obbligatoriamente proporzionato rispetto all’ora. E se il contratto stipulato prevedesse il contrario sarebbe nullo per violazione della delibera a contrattare, vincolando solo la responsabilità personale di chi lo ha illegalmente firmato.

Ma l’aspetto più inquietante è che il Comune ha già dato per scontata la contraria interpretazione contraria della concessionaria privata senza contestarla !.

Comunque,  a prescindere da questa ennesima inquietante vicenda sulla non frazionabilità della tariffa oraria il punto centrale rimane che a Isernia i parcheggi a pagamento vanno aboliti: questa operazione si riduce ad una svendita della città messa nelle mani di un capitalista del settore ed ai suoi interessi di profitto, senza alcuna utilità pubblica, illegittimità a parte.

Si tratta di revocare la concessione come scelta antisociale e dannosa per tanti lavoratori, precari, disoccupati  e poveracci già tartassati dalle politiche governative ingiuste al servizio dei ceti ricchi, come già contestammo a chi li introdusse, cioè alla nefasta giunta

Tanto più che esistono anche ragioni tecniche di illegittimità per la revoca in autotutela che stiamo ribadendo sin da quando le strisce blu furono introdotte dalla disastrosa giunta di destra del 2002/2012 che ribadiamo per l’ennesima volta.

La delibera è viziata da eccesso di potere per carenza istruttoria e difetto di motivazione, per inesistenza di un benché minimo interesse pubblico; ed anzi si è visto che senza strisce blu la fruibilità dei parcheggi scorre normalmente senza aggravio di inquinamento per le auto che girano a vuoto alla ricerca di un parcheggio libero. Non  v’è traccia di uno studio che dimostri, con dati obiettivi, come ed in base a quale criterio, ed in che modo, le esigenze dei residenti e pendolari siano state considerate rispetto al diritto di parcheggi liberi stabilito dalla norma; né si dimostra la specifica ragione per la quale sarebbero necessari parcheggi a pagamento.

L’abuso di potere è ancora più evidente laddove non è stato dimostrato il rispetto dei parametri urbanistici:  a)- dotazione minima di mq. 2,50 di aree per parcheggi pubblici gratuiti per abitante, ex art. 3 del D. M. 2 aprile 1968;  b)- riserva di parcheggi di minimo un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione ex art.2 della L. n.122/1999; c)- esenzione dal pagamento per i disabili già disposta dal Comune negli anni passati ed ancora vigente >>.