A cura della D.ssa FRANCESCA CAPOZZA
PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA
SPECIALISTA IN PSICOLOGIA DELLA SALUTE
Come mai alcuni credono che le carte della propria vita siano state già distribuite e che lo svolgimento della propria esistenza non dipenda tanto da se stesso, ma dal destino?
Credere che il corso della propria vita non è determinato dal libero arbitrio, ma da un progetto indipendente dalla propria volontà può divenire in vero e proprio bisogno motivato da alcuni fattori: 1) si desidera essere rassicurati sul fatto che andrà tutto bene, per cui si cerca un senso di certezza nella propria vita che si avverte di non avere, ma di cui si ha fortemente bisogno; 2) affidarsi alle stelle fornisce una scusa per non agire, ovvero non è necessario affrontare rischi o sfide, né impegnarsi: se è destino che si abbia successo, allora così sarà; se si è destinati al fallimento, si subirà uno scacco.
In tal maniera non ci si sente obbligati a fare del proprio meglio, né ci si assume responsabilità in merito alle proprie azioni o omissioni.
Tale atteggiamento mentale, prima che comportamentale, può però essere fondamentalmente foriero di ansia, inquietudine e apprensione, quindi disagio e malessere esistenziali, proprio per il senso di impotenza che si vive nel ritenere di non poter incidere sulla propria vita con le proprie azioni e di essere in balia della benevolenza o malevolenza di qualcosa di esterno al proprio controllo. Pertanto, ciascuno di noi deve compiere una scelta: se affrontare ogni giorno con la convinzione che siamo noi a produrre ciò che succede oppure essere convinti che la vita “ci accade” e che siamo vittime delle circostanze.
Per alimentare il proprio senso di sicurezza e in generale il proprio benessere, occorre quindi un cambio di rotta che permetterà di costruire l’empowerment personale, ovvero un realistico senso di autoefficacia derivante dal sentirsi padroni della propria vita. Innanzitutto occorre:
- Accettare la responsabilità delle proprie scelte: mettersi in gioco e recuperare un senso di padronanza rispetto agli accadimenti quotidiani: attribuire responsabilità infatti al resto del mondo per le circostanze in cui ci si trova, comporta la rinuncia al potere che è in se stessi di migliorare la situazione. Gli errori sono opportunità di apprendimento. Bisogna adottare il detto “Se qualcosa deve accadere, voglio che dipenda da me”;
- Spostarsi fuori della zona in cui ci si sente padroni della situazione:
iniziare attività, anche nuove, operare delle scelte che portano conseguenze diverse, piccole e grandi, senza affrontarle nell’ottica di “sarà quel che sarà”, ma interessandosi sino in fondo al risultato, permette di percepire concretamente come un evento può modificarsi sulla base delle azioni/omissioni che personalmente si impiegano.
In definitiva, ogni momento è quello giusto per modificare in maniera efficace gli eventi della propria vita, assumendo un atteggiamento mentale di empowerment e senso di autoefficacia, che poggiano sulla capacità di mettere in discussione i propri pensieri disfunzionali e le proprie modalità comportamentali rinunciatarie e costruire un senso di controllo, attraverso l’impegno personale, a partire dai piccoli gesti di vita quotidiana.