Pensionati, lavoratori e giovani: il Molise ha bisogno di una svolta
Il nostro pensiero di fine anno è rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori, ai disoccupati, a chi rischia di perdere il lavoro, a chi ha dovuto lasciare questa terra per cercare altrove opportunità lavorative e cure sanitarie e ai pensionati, che continuano a essere il “bancomat” dello Stato, costretti ancora una volta a sostenere figli e nipoti.
Esprimiamo profonda preoccupazione per il debito della nostra regione e per la crisi che sta investendo il settore dell’automotive e il suo indotto, con migliaia di lavoratori in cassa integrazione e lo spettro del licenziamento sempre più vicino. Ancora più allarmante è la situazione di decine di migliaia di lavoratori poveri molisani — circa 30.000 persone — che percepiscono meno di 1.000 euro netti al mese, senza riuscire a condurre una vita dignitosa. Si tratta di lavoratori di vari settori, dagli appalti al turismo, dai servizi pubblici alla pubblica amministrazione, fino alle cooperative sociali, con stipendi insufficienti per far fronte al costo della vita. A Natale, alcuni non hanno nemmeno ricevuto lo stipendio, come è accaduto nei servizi regionali di trasporto e formazione.
L’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea in cui i salari reali sono inferiori a quelli del 1990. Questa condizione si aggrava con l’assenza di rinnovi contrattuali, che sarebbero fondamentali per adeguare i salari all’inflazione, responsabile di una perdita del potere d’acquisto dei lavoratori superiore al 16% — una delle più alte degli ultimi 30 anni.
Nel Molise si è ormai troppo distanti da un modello di lavoro stabile e di qualità, capace di garantire una vita libera e dignitosa, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione. È indispensabile rinnovare i contratti collettivi, rivedere il Codice degli Appalti e pianificare investimenti sul territorio che favoriscano un’occupazione di qualità. Il nostro obiettivo deve essere quello di rendere il Molise competitivo, in grado di attrarre grandi aziende pronte a sostenere le sfide della doppia transizione digitale ed ecologica, governandole anziché subirle. La mancanza di una strategia chiara per Stellantis, Giga Factory e il loro indotto dimostra quanto la nostra regione stia pagando il prezzo più alto.
Chiediamo maggiore attenzione per il mondo del lavoro e un utilizzo efficace delle risorse disponibili, con una visione d’insieme volta a garantire sviluppo e occupazione di qualità per tutte e tutti. È necessario investire in sanità, istruzione e servizi pubblici, accompagnando queste misure a nuove politiche industriali che assicurino un futuro alle donne e ai giovani di questa terra.
Concludiamo questo anno difficile con la speranza che il 2025 porti un cambiamento concreto, maggiore giustizia sociale e un rilancio per l’intera comunità molisana. Auguriamo a tutte le cittadine e i cittadini del Molise un sereno anno nuovo, con l’auspicio che il lavoro torni a essere una priorità e un motore di dignità e sviluppo per tutti.