Invio l’O.D.G. appena presentato dai gruppi PD e SINISTRA nell’ambito del dibattito sulla sanità molisana ora in corso presso palazzo San Giorgio.
Premesso che le gravi criticità del Sistema Sanitario Regionale, che inducevano la Regione Molise a varare, a maggio del 2005, la legge di riordino che poneva in liquidazione le AA.SS.LL. ed istituiva la ASReM, articolata in quattro Zone (che però mantenevano autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria), emergevano in tutta la loro drammaticità già nella relazione della Corte dei Conti del 7 marzo 2007.
Nonostante la Regione fosse già in Piano di Rientro, sulla scorta del quale si dava corso al ridimensionamento di ospedali storici (come quelli di Venafro e Larino), ad accorpamenti, a tagli, alla consistente compartecipazione dell’utenza ecc., il disavanzo di esercizio del 2007, relativo alla spesa sanitaria, era arrivato a circa 61 milioni di euro.
A fronte di un deficit sanitario cresciuto ulteriormente nel 2009, con DPCM del 24 luglio 2009 veniva disposto il commissariamento della Regione Molise ed affidata la gestione della sanità molisana, costituente più dell’80% del bilancio regionale, ad un Commissario ad Acta, individuato, a parte la breve parentesi (giugno 2012 – marzo 2013) commissariale in capo al dott. Filippo Basso, nella persona del presidente p.t. della Regione Molise: prima il dott. Michele Iorio, riconfermato nell’incarico commissariale con DPCM 20 gennaio 2012 e, con DPCM del 21 marzo 2013, l’arch. Paolo di Laura Frattura.
Sancita la incompatibilità tra incarico di presidente p.t. della Giunta Regionale e Commissario ad Acta, con DPCM del 07/12/2018, veniva, in ultimo, nominato commissario ad acta il dott. Angelo Giustini.
Nonostante i finanziamenti statali ad hoc (con la Legge di stabilità 2015, la n. 190 del 29/12/2014, art.1, commi 604 e 605 è stata autorizzata, per l’anno 2015, una spesa fino ad un massimo di 40 milioni di euro in favore della Regione Molise, spesa erogata, salvo che per la terza ed ultima tranche da 8 milioni); il contributo di solidarietà riconosciuto al Molise in Conferenza Stato-Regioni (nel dicembre 2015, la Conferenza ha riconosciuto alla regione Molise, per l’attuazione del P.O.S. 2015-2018, un contributo di solidarietà interregionale di 73 mln di euro, già tutto erogato, a copertura del disavanzo fino al 2017: 30 mln di euro per l’anno 2015, 25 mln di euro per l’anno 2016, 18 mln di euro per l’anno 2017); il Programma Operativo Straordinario 2015-2018, adottato con DCA n. 52/2016 ed inserito, con la Legge di conversione – la n. 96 del 21/06/2017- nel testo del D.L. n. 50 del 24/04/2017, all’art. 34 bis, i vari Tavoli attivati presso il Ministero della Salute evidenziavano, oltre a varie e preoccupanti criticità, il mancato raggiungimento dell’equilibrio di gestione a fine 2018.
La gestione commissariale avrebbe dovuto ricondurre, nel giro di un paio di anni, il sistema sanitario regionale nell’ambito dell’ordinata programmazione sanitaria e finanziaria, con il rientro dal debito sanitario e l’avvio di un processo di riorganizzazione e di riduzione degli sprechi, senza pregiudicare in alcun modo il diritto inalienabile ed incomprimibile, costituzionalmente sancito, alla salute dei cittadini molisani. Dopo dieci anni di commissariamento, il diritto alla vita ed alla salute dei Molisani ha subito, invece, progressive limitazioni, che hanno colpito soprattutto le fasce più deboli della popolazione.
La situazione si è aggravata per effetto dei parametri fissati dal c.d. Decreto Balduzzi (il D.L. n. 158 del 13/09/2012 convertito, con modifiche, dalla L. n. 189 dell’8/11/2012), parametri rispetto ai quali doveva essere prevista una deroga per il Molise, regione che, data la conformazione orografica del suo territorio e le gravi carenze infrastrutturali, non poteva essere privata di un DEA di II livello e delle relative funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza.
A subire gli effetti più drastici del Piano di Rientro è stata la Sanità Pubblica.
L’attuale percentuale dei posti letto per acuti riconosciuta alla sanità pubblica molisana, che si aggira intorno al 60%, è tra le più basse d’Italia.
La cancellazione di alcuni reparti, la carenza di organico, la mancanza di strumentazione d’avanguardia e le lunghissime liste di attesa nel pubblico scoraggiano l’utenza che, se è in condizioni reddituali che lo consentono, si rivolge al privato o decide di andare a curarsi in altre regioni, ha fatto crescere la mobilità passiva.
La mobilità attiva, per la quale la regione Molise è balzata agli onori della cronaca (per essere l’unica regione del Centro-sud in cui il saldo fra mobilità passiva e mobilità attiva è positivo), è quasi del tutto assorbita dal privato convenzionato, di cui, peraltro, si riconosce il valore e l’alta specialità.
Risulta ancora in essere la decisione adottata con il DCA n. 37 del 28/06/2017 (decreto con cui sono stati definiti i limiti massimi di finanziamento delle prestazioni sanitarie acquisibili dal SSR per le annualità 2016, 2017 e 2018) di avvalersi della facoltà, concessa dalla Legge di stabilità 2016 (L. 208/2015) alle Regioni ed alle Province Autonome, di acquistare dai privati convenzionati prestazioni di assistenza ospedaliera di alta specialità in deroga ai limiti previsti dall’art. 15, comma 14, D.L. 95/2012 (convertito, con modifiche dalla L. 135/2012): gli accantonamenti per l’extra budget rappresenta una voce sostanziosa del bilancio della sanità regionale.
Nonostante stia per finire l’anno 2019, è sconosciuto ai più (compresi i vertici della Regione Molise, gli ordini professionali interessati, associazioni ed organizzazioni che si occupano di Sanità) il contenuto del nuovo Piano Operativo Straordinario (POS 2019-2021), cui sta lavorando la attuale struttura commissariale, la quale ha, peraltro, formalmente lamentato, con il DCA n. 76 del 06/06/2019, il mancato trasferimento di 4,2 mln di euro fiscalità dal bilancio della Regione Molise a quello della Sanità.
Presidente della Regione e Giunta Regionale hanno, oltretutto, sino ad oggi, dato conto solo del “pressing” per ottenere la revoca dei Commissari esterni in favore di un affidamento dell’incarico commissariale al Presidente p.t., senza dare alcun segnale di attività politica diretta ad ottenere, anche in vista nel nuovo P.O.S., la piena tutela del diritto alla salute dei Molisani.
Tale quadro ha indotto i capigruppo del Partito Democratico e di Sinistra per Campobasso a chiedere, con il sostegno di altri consiglieri comunali, la fissazione dell’odierno Consiglio Comunale.
E’ formalmente pervenuto il documento sulla Sanità adottato all’unanimità dall’assemblea cittadina, tenutasi -su iniziativa del comitato “Pro Cardarelli” e dei Comitati di quartiere- nello scorso mese di marzo, nel quale si cristallizzavano le richieste da inoltrare alle competenti istituzioni (locali, regionali e statali), sulla scorta delle considerazioni, condivisibili e condivise, per cui: “gli alti costi dei medicinali e delle prestazioni, i ticket e le addizionali, le lunghe liste di attesa e la carenza di personale sanitario, la mancata attuazione delle politiche sanitarie territoriali, mettono in serio pericolo la salute dei cittadini e di fatto negano il principio costituzionale che tutela la salute come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.”(art 32).
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Tutto ciò premesso, anche alla luce delle dichiarazioni rese dal nuovo Ministro della Salute, Roberto Speranza, e delle anticipazioni relative al redigendo nuovo “Patto della salute” tra Governo e Regioni (che sembrerebbe contemplare una riforma del sistema dei ticket, con abolizione del super-ticket e con una revisione della disciplina della partecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini basata sulla graduazione dell’importo dovuto in funzione del costo delle prestazioni e del reddito familiare equivalente), si stabiliscono i seguenti principi di indirizzo di cui si chiede, previa indispensabile deroga rispetto ai criteri matematici che la normativa Balduzzi pone e che rappresentano, per il Molise, la morte del Sistema Sanitario Pubblico e, dunque, dei cittadini molisani, l’attuazione da parte di tutti i decisori politici e/o amministrativi coinvolti, ciascuno per quanto di propria competenza.
- Occorre garantire i Livelli Essenziali di Assistenza -con prestazioni appropriate ed efficaci- a tutti i molisani, attraverso un’offerta sanitaria ben calibrata sui dati epidemiologici e attraverso una sanità pubblica di alta qualità, integrata e non sostituita con quella offerta dai migliori operatori privati.
- La percentuale dei posti letto per acuti al comparto pubblico deve tornare a quota 80%.
- Il Sistema Sanitario Regionale deve tenere conto delle esigenze e delle peculiarità del territorio e, partendo dalla valutazione del medico di base, porta d’ingresso del sistema sanitario, deve caratterizzarsi per la valorizzazione della prevenzione, della medicina di prossimità, domiciliare e distrettuale, senza prescindere, però, dal ripristino/potenziamento del circuito delle urgenze e delle emergenze, rendendo fruibile per tutti i cittadini molisani l’accesso alla rete ospedaliera (perchè gli ospedali restano l’insostituibile presidio da utilizzare per le acuzie, nei casi per i quali la prestazione territoriale non può essere risolutiva).
- Devono essere date risposte tempestive alle patologie tempo-dipendenti, risposte che mettano in sicurezza la vita e l’integrità psico-fisica dei cittadini, ripristinando un Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (DEA) di secondo livello presso il Cardarelli e, con esso, il reparto di Neurochirurgia, ma anche reparti, non rientranti tra quelli tempo-dipendenti, come quello di Oncologia, di Malattie Infettive, di Gastroenterologia, con relativi posti letto. Il Cardarelli potrà, così, vedere, finalmente, anche l’apertura della “Stroke Unit” dedicata alla cura dell’ictus.
- Devono essere aumentati gli investimenti nella Sanità pubblica, per garantire maggiore qualità delle prestazioni e per ridurre la percentuale di mobilità passiva ed assorbire anche nel pubblico la mobilità attiva: occorre un adeguato numero di risorse umane professionalizzate e con rapporto di lavoro stabile; l’investimento in strumentazione d’avanguardia, la drastica riduzione delle liste d’attesa, la eliminazione della possibilità di acquistare prestazioni extra-budget dal privato fino a quando non si torni ad una Sanità Pubblica forte ed attrattiva.
- E’ necessario che il nuovo P.O.S. venga definito sulla scorta dei contributi delle organizzazioni di categoria e dei principi sopra richiamati e che si ponga fine quanto prima alla fase commissariale, con un ritorno alla normalità nella programmazione e nella gestione del Sistema Sanitario Regionale.
I molisani non sono cittadini di serie B, ma titolari di un diritto, quello alla salute, costituzionalmente garantito e che, quindi, deve essere assicurato con pienezza ed a prescindere dal luogo di residenza.
Campobasso, 7 ottobre 2019