I crimini fascisti non si fermarono allo sterminio orribile di milioni di ebrei, riguardarono anche centinaia di migliaia di persone tra comunisti, socialisti, anarchici, sinti e rom, disabili, “diversi”, finiti anche nei campi di internamento del Molise (Isernia, Agnone, Bojano, Casacalenda, Vinchiaturo).

Persino cattolici non allineati con il clerico-fascismo del Vaticano.

Tanti altri molisani furono tra i 550 mila soldati italiani che eroicamente si rifiutarono di combattere al fianco della canaglia fascista responsabile delle tante stragi di italiani innocenti (donne, bambini, civili): essi finirono deportati nei lager nazisti in Germania, con la complicità della Repubblica criminale di Salò, il nuovo regime fantoccio di Mussolini creato dagli invasori tedeschi. In pochissimi fecero ritorno.

Ma quale insegnamento questa memoria consegna alle nuove generazioni anche nel Molise ?

Può esso limitarsi alla celebrazione istituzionale proposta o ai velleitari appelli “alla Costituzione” di cui il potere capitalistico sin dal 1948 ha fatto carta straccia?

Se non si coglie alla radice l’origine di questi crimini, come è possibile arginare gli attuali pericolosi rigurgiti fascisti e razzisti che infestano anche la nostra realtà molisana ?

Il potere capitalistico dell’epoca, con la monarchia e le gerarchie ecclesiastiche, organizzò la reazione terroristica contro l’avanzata rivoluzionaria di un movimento dei lavoratori per emanciparsi dallo sfruttamento e dalla dittatura dei latifondisti e grandi industriali, per costruire la vera società socialista (non quella falsa e degenerata creata dallo stalinismo).

Latifondisti, magnati dell’industria e banchieri foraggiarono dapprima le squadracce fasciste, poi misero su i regimi criminali di Mussolini e di Hitler da cui seguirono tutte le note degenerazioni disumane.

Uno degli strumenti utilizzati allo scopo fu il crimine razzista, a partire dalle demenzialità “sulla difesa della razza” sbandierate su libri e riviste patacca dei regimi di Mussolini e Hitler: l’intento, ora come allora, era di dirottare su falsi obiettivi la rabbia sociale derivante dalle crisi e dalle miserie generate dal capitalismo.

Allora, per date circostanze storiche, furono additati come “razza inferiore” gli ebrei, rom e sinti, slavi, disabili e “diversi”; ma nei campi di sterminio finirono ovviamente anche gli oppositori comunisti, socialisti ed anarchici.

Oggi le idiozie razziste, per gli stessi scopi di servizio al potere dominante dell’epoca nazifascista, anche nel Molise si riversano nella odiosa campagna anti migranti, ora mascherata con il solito ipocrita doppio petto, ora più apertamente.

Anche nel Molise organizzazioni neofasciste e altri partiti razzisti, pur da mettere al bando per la Costituzione e norme varie, speculano liberamente sui più bassi ed egoistici istinti delle persone, istigando all’odio razziale per deviare su falsi obiettivi la rabbia sociale generata dalle ingiustizie capitalistiche, scatenando la guerra tra poveri.

Basti ricordare, per la nostra realtà locale, gli interventi vergognosi di alcuni consiglieri comunali di Isernia di maggioranza e di minoranza, nella seduta sullo “SPRAR” e le attività istigatrici di gruppetti neofascisti locali.

Ecco perché non basta solo mostrare i pur importantissimi filmati e testimonianze dell’orrore fascista per sradicare il veleno razzista disseminato tra “la gente comune”.

Occorre costruire anche nel Molise la presenza di massa di una sinistra anticapitalista, in grado di costruire un fronte unico di lotta dei lavoratori e di tutti gli oppressi, italiani e migranti, per un governo dei lavoratori che rovesci la dittatura della minoranza di banchieri e capitalisti, portatrice di miseria e degrado sociale.

Che riorganizzi l’economia per una società veramente libera ed equa, dove tutti possano vivere dignitosamente senza distinguere il colore della pelle, per il bene dell’unica razza esistente: quella umana.

26/01/2018 IL COORdinatore Tiziano di Clemente