Correva l’anno 2018: il PCL Molise sulla questione del Viadotto Sente Longo contestava alla Giunta Coia – appoggiata anche dall’attuale sindaco di Agnone – una gestione pasticciata della vicenda, laddove, per il tramite del suo consigliere di Forza Italia delegato alla viabilità sino al 29 agosto 2018 dichiarava : “Per i viadotti ‘Sente’ e ‘Verrino’ non ci sono rischi immediati” , e che v’era stato sempre “il continuo monitoraggio ” , dopo aver minacciato spropositate querele verso chi ne ponesse in dubbio la infallibilità papalina.
Peccato che solo pochi giorni dopo, cioè sin dall’11 settembre 2018, veniva invece constatato addirittura il pericolo di crollo del viadotto con la conseguente chiusura e i disagi, soprattutto per tanti lavoratori e studenti. Sic !
Poi ancora altri pasticci ed inerzie anche della Giunta Ricci: prima dissero che per il rispristino bastavano 2 milioni, poi la prospettiva di affidarla all’ANAS attesa l’incapacità gestionale della provincia, per poi scoprire che occorrevano non due ma quaranta milioni, stante la stima dell’ANAS.
Ora, a distanza di ben quattro anni che cosa viene fuori dalla riunione tra sindaci, il Presidente Ricci e ANAS ? le stesse cose che già si sapevano da anni ma con una novità, cioè che per l’ANAS non prevede neanche un euro.
Ovviamente a questo epilogo scandaloso, dopo quattro anni di inerzie ingiustificabili e di chiacchiere inconcludenti dalla Giunta Coia a quella di Ricci, dall’ANAS a ai sindaci della zona, si è passati solo dalla farsa alla tragedia.
Ed ovviamente va aggiunta la responsabilità delle varie giunte provinciali precedenti a quella di Coia e Ricci e degli stessi sindaci, che per cinquant’anni non hanno fatto nulla circa la dovuta manutenzione attese le condizioni attuali del viadotto.
Ma ritorniamo all’anno 2018 e dunque alle proposte fatte all’epoca dal PCL MOLISE: nel corso del nostro scontro con la Giunta Coia, a fronte della negazione dei 40 milioni per l’utilissimo e vitale Viadotto Sente-Longo avevamo posto l’esempio paradossale dello sperpero degli ingenti fondi ANAS che la Provincia stessa aveva avallato per l’inutile e dannoso lotto zero (170 milioni all’epoca ma ora saranno almeno il doppio, per un tratto senza alcun senso di 5 Kilometri per unire il bivio di Pesche a quello di Miranda con otto viadotti e due gallerie, tratto peraltro già unito).
Atteso che quei fondi ingenti erano (e sono) riprogrammabili, quali “rappresentanti istituzionali locali del territorio” lor signori avrebbero potuto e dovuto fare una elementare rivendicazione al Ministro competente: ordinare all’ Anas la riprogrammazione dei fondi ingenti dell’inutile e dannoso lotto zero stornandoli sulle opere utili per la nostra viabilità provinciale-statale, tra cui senza dubbio il viadotto Sente-Longo (a parte i 50 milioni anch’essi negati per la utilissima bretella di Venafro, ed altri con il tratto tra Colli A Volturno e Roccaravindola a proposito di Tirreno Adriatica).
Tanto più che il lotto zero, oltre che essere sub iudice nel merito, è privo di valida approvazione del progetto definitivo in variante da parte dei Consigli Comunali di Isernia Pesche e Miranda, nonché privo della valutazione “alternativa zero” il che rende nulla la V.I.A. – peraltro impugnata per proroga illecita in quanto adottata su atto scaduto -.
Insomma: non sprecare ingenti fondi per opere inutili e dannose, mentre i ponti sono a rischio crollo! Questa la proposta del PCL all’epoca.
Sicchè né la Giunta Coia né quella di Ricci, nè alcuno dei sindaci attuali e passati di Agnone e della zona hanno mai avanzato questa elementare rivendicazione che da quattro anni or sono avrebbe potuto evitare l’attuale pugno di mosche che rinvia la soluzione sine die.
In ogni caso atteso che, come si dice è meglio tardi che mai, per evitare ulteriori perdite di tempo di fronte alla negazione di risorse, questa nostra proposta di storno dei fondi dall’inutile e dannoso lotto zero al Viadotto Sente ed altro di utile per il nostro territorio, la riponiamo di nuovo, come del resto lo stesso Comitato NO LOTTO ZERO da tempo sta sostenendo, all’attenzione della giunta provinciale e dei sindaci, che potranno e dovranno in tal senso attivarsi immediatamente presso il Ministero competente, atteso che i semplici piagnistei rassegnati non hanno mai risolto nulla.