ISERNIA, KIEV E LE BOMBE

NON E’ LIBERO UN POPOLO CHE NE OPPRIME UN ALTRO

PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE RUSSE DALL’UCRAINA

 

Anche gli isernini, tra i sopravvissuti all’assurdo bombardamento del ’43 e le memorie da loro raccolte sino ai nostri giorni, sanno della enorme tragedia umana che vivono donne, uomini e bimbi sotto le bombe e le guerre che seminano stragi di innocenti: sicché a Kiev ed in Ucraina, come in altre parti del mondo, ancora oggi si devono sopportare queste tragedie disumane ed ignobili.

Ecco perché, anche ad Isernia, la mobilitazione acquista un senso utile, solo se serve a comprendere che occorre aggredire alla radice la causa delle guerre: cioè il capitalismo e i suoi governi che non possono fare a meno di scatenare guerre imperialiste per la spartizione del bottino sulla pelle delle popolazioni.   

Ed infatti alla base di quest’ennesimo disastro umanitario in Ucraina è lo scontro tra la  NATO (che va sciolta quanto prima) e il governo di Putin, tutto per contrapposti interessi imperialistici.

L’attacco di Putin all’Ucraina è contro i diritti del popolo ucraino e contro gli interessi dei lavoratori russi, esprime la politica di potenza di un imperialismo sorretto da oligarchi capitalisti arricchitisi sulle spoglie dell’URSS.

E’ un attacco al diritto di autodeterminazione dell’Ucraina voluto da Lenin e dai bolscevichi durante la Rivoluzione d’Ottobre che perciò Putin “maledice” . È la linea grande russa dell’Impero zarista.

Per questa stessa ragione da comunisti rivendichiamo il diritto di autodeterminazione dell’Ucraina contro l’imperialismo russo. Lo stesso che in Russia taglia le pensioni per finanziare il proprio militarismo.

Ma il diritto di autodeterminazione dell’Ucraina non può certo essere garantito dalla NATO e dagli imperialismi altrettanto criminali d’Occidente. Le loro parole su “democrazia e giustizia” fanno solo ribrezzo.

Hanno foraggiato le guerre coloniali e i peggiori regimi del Medio Oriente, sino al sionismo. Appoggiano i regimi reazionari dell’America Latina, e in Europa hanno passato gli ultimi 30 anni dopo il crollo dell’URSS ad espandere i confini della NATO, a gonfiare i bilanci militari, a tagliare le spese sociali. Oggi appoggiano il governo reazionario dell’Ucraina, spostano truppe, varano sanzioni contro la Russia, al solo scopo di difendere la propria zona d’influenza e la propria quota del bottino.

Altro che difesa della “legalità internazionale”! L’unica legge che conoscono è quella della rapina e dei crimini di guerra.

Non riconosciamo agli imperialismi d’occidente alcun “diritto”. Per questo siamo contrari ad ogni intervento militare o sanzione occidentale contro la Russia.

Il diritto di indipendenza e autodifesa del popolo ucraino può essere affermato solo contro l’imperialismo russo, contro la NATO, in totale autonomia dal governo reazionario ucraino.

La nostra difesa dell’Ucraina contro l’imperialismo russo muove da un’angolazione indipendente e di classe: solo la classe lavoratrice ucraina può affermare i diritti della nazione ucraina.

Il nemico principale di ogni popolazione, in Ucraina, in Russia, in Occidente, ovunque, è il governo imperialista di casa propria, perché come diceva Marx “non è libero un popolo che ne opprime un altro”.

Ci battiamo per l’immediato ritiro delle truppe russe e sosteniamo la resistenza del popolo Ucraino all’aggressione, nella coscienza che solo un’Ucraina socialista può realizzare una vera indipendenza e assicurare il diritto di autodeterminazione delle stesse popolazioni del Donbass.

E che solo la prospettiva di una rivoluzione socialista internazionale può liberare per sempre l’umanità dalle guerre.