Gli ultimi episodi del pronto soccorso a Isernia (una persona che a causa del lungo tempo di attesa si allontana, si accascia e muore a poca distanza dall’Ospedale pentro perché l’ambulanza deve arrivare da Venafro) ed a Campobasso (l’anziano in gravi condizioni che dopo 12 ore di attesa torna a casa motu proprio), i precari del periodo Covid sebbene fossero indispensabili mandati a casa, i tagli al servizio 118, sino all’ultima assurda ed arbitraria chiusura sine die di medicina nucleare da un anno a Isernia con macchinari fermi che rischiano anche il logoramento e col pretesto di una presunta “ristrutturazione” di cui non si sa ancora nulla, e che comunque non ne comportava necessariamente la chiusura; la cronica carenza di personale infermieristico e medico col collasso dei pronto soccorso e non solo, la situazione gravissima della mancata apertura del centro di cura per l’alzheimer a Isernia… e si potrebbe continuare.
Dunque, anche nel Molise, dalla tragica esperienza del Covid che ha acceso un fascio di luce su tutte le deficienze della sanità pubblica, anziché fare tesoro della lezione per potenziare tali servizi, si continua ad impoverirli a solo vantaggio della sanità privata legata al profitto e non alle vere esigenze della salute, e sempre di più legata alle sole possibilità dei benestanti.
Ma il peggio sta per venire, anche nel Molise, e grazie anche ai parlamentari della destra post fascista-missina e berlusconiana ex Dc, neoletti nel Molise (sia pure con un voto di minoranza del solo 20% dell’elettorato grazie alla legge truffa maggioritaria): dal governo, il più reazionario del dopoguerra, arriva un nuovo duro colpo alla sanità del Sud con “l’autonomia differenziata”, alias la secessione dei ricchi, e con altri tagli alla spesa pubblica tra cui per l’appunto la sanità, per finanziarie gli evasori, le ulteriori defiscalizzazioni e flat tax, nonché l’aumento massiccio della spesa militare (2% del PIL) per la nuova assurda corsa agli armamenti.
Altro che “Decreto Molise” di cui blaterano i Della Corte del partito ex missino (FDI), i Lotito e compagnia.
Né il centrosinistra ad egemonia liberale del PD né i terzi poli padronali e reazionari alla Calenda, né i populismi di ogni colore possono offrire un’alternativa a questo dramma sociale.
Le masse popolari, anche Nel Molise, non hanno altra scelta che mobilitarsi con una forza uguale e contraria per difendere il diritto alla salute sotto violento attacco, magari facendo come in Francia e come stanno facendo le eroiche maestranze della GKN in Italia.
Legando la battaglia quotidiana in difesa della sanità pubblica anche nel Molise ad una prospettiva di blocco dei tagli: a partire da una patrimoniale straordinaria di almeno il 10% sul 10% più ricco che è stimata in 400 miliardi, e potrebbe finanziare la sanità, (oltre che istruzione, lavoro, sviluppo delle energie rinnovabili).
E così verso la prospettiva di un governo dei lavoratori, unico in grado di rovesciare la dittatura di una minoranza di capitalisti e banchieri, e del loro sistema fondato sull’ingiustizia e sullo sfruttamento da cui derivano tutti i drammi che stiamo vivendo anche sulla sanità molisana.