Uno sguardo innovativo alle malattie del sistema nervoso: è iniziato a Taormina il Congresso Internazionale sui Recettori metabotropici del glutammato

Patrocinato dall’I.R.C.C.S. Neuromed, un meeting che raccoglie i migliori ricercatori del mondo nel campo della neurobiologia, per aprire nuove frontiere terapeutiche

E’ iniziato a Taormina il nono Congresso Internazionale sui Recettori Metabotropici del Glutammato. Patrocinato dall’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), il meeting, che dal 1993 si svolge con cadenza triennale, rappresenta il punto di riferimento mondiale per questo specifico settore delle neuroscienze. Fino a venerdì 6 ottobre, circa trecento ricercatori di primissimo livello internazionale nell’ambito delle neuroscienze affronteranno gli ultimi sviluppi e, soprattutto, le prospettive terapeutiche offerte dagli studi su questi particolari recettori.

I recettori metabotropici per il glutammato (mGlu), elementi cruciali nella trasmissione di segnali tra le cellule del sistema nervoso, sono infatti considerati uno dei più promettenti bersagli verso i quali indirizzare terapie innovative contro diverse patologie neurologiche e psichiatriche, come Alzheimer, Parkinson, depressione, schizofrenia, dolore cronico, sclerosi multipla, malattia di Huntington, sclerosi laterale amiotrofica, atassie spinocerebellari, patologie ansioso-depressive, disordini dello spettro autistico, danno ischemico, fino a giungere alle tossicodipendenze.

Il fatto che gli mGlu abbiano un ruolo in uno spettro così ampio di disturbi è dovuto all’importanza che riveste l’acido glutammico, il principale neurotrasmettitore eccitatorio del Sistema Nervoso Centrale. Oltre a rappresentare un elemento cruciale nel trasferimento dell’informazione tra cellule nervose, l’acido glutammico è infatti fortemente coinvolto nei cosiddetti meccanismi di plasticità sinaptica, in altri termini la capacità che le connessioni tra un neurone e l’altro hanno di adattarsi all’ambiente, la base dei meccanismi di apprendimento e memoria.

“Questo Meeting – dice il Professor Ferdinando Nicoletti, organizzatore del congresso, responsabile del Laboratorio di Neurofarmacologia del Neuromed e Professore Ordinario di Farmacologia dell’Università La Sapienza di Roma – rappresenta un aggiornamento di fondamentale importanza per lo studio dei meccanismi di base dei recettori mGlu in fisiologia e patologia e per lo sviluppo di farmaci innovativi di interesse neurologico e psichiatrico”.

La promessa di nuovi interventi farmacologici basati sui recettori mGlu, dal design iniziale agli studi preclinici fino alla sperimentazione clinica, è proprio al centro di molte delle sessioni del congresso. Il simposio di apertura è stato dedicato ad un settore particolarmente promettente: l’optofarmacologia, cioè il controllo attraverso la luce di molecole ad azione farmacologica, applicata alle possibilità di intervento sui recettori mGlu.

Il congresso prosegue quindi con sessioni dedicate allo studio delle caratteristiche strutturali e funzionali di questa categoria di recettori, con una particolare attenzione al loro ruolo nei meccanismi di apprendimento e di memoria. A partire dalla giornata di martedì iniziano sessioni specificamente dedicate alle nuove possibilità terapeutiche che i recettori mGlu offrono in diverse condizioni cliniche e patologie. Si inizia con le tossicodipendenze, per poi approfondire quelle che rappresentano le patologie neurologiche con il più alto impatto medico e sociale. In particolare la malattia di Alzheimer, ma anche la depressione, la schizofrenia, i disturbi dello spettro autistico, la malattia di Parkinson, il dolore cronico, lo stress e l’ictus cerebrale.

Infine, è di grande interesse industriale il simposio sullo sviluppo di nuovi farmaci mGlu, in cui il confronto sarà dedicato allo studio del “design” molecolare e della validazione dei “targets” farmacologici

Un vero crocevia internazionale tra le ricerche più avanzate e le possibili applicazioni cliniche, come sottolinea Nicoletti, che nel 1986 ha contribuito alla scoperta degli mGlu: “Si tratta di un congresso in cui la rappresentanza di studiosi stranieri eccede quella degli italiani, con una prevalenza di ricercatori di altissimo livello provenienti dagli USA, da tutti i Paesi europei, dal Giappone, dalla Cina, dalla Corea e dall’Australia”.

Taormina, 02/10/2017

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