Riceviamo e pubblichiamo

L’infame gesto tipicamente squadristico-fascista di incendiare un centro per soli 15 migranti da accogliere in una comunità di 900 abitanti, preceduto dal vilipendio della cappella di famiglia del proprietario della struttura, ha dei precisi mandanti politici e morali in chi fa leva sui più bassi e rozzi istinti subumani, seminando l’infame e falsa campagna di odio contro i migranti.

Denunciamo che i media, anche locali, contribuiscono a fare da cassa di risonanza ai demenziali comunicati neofascisti o fascio-leghisti che istigano all’odio razziale, assurti “a legittime opinioni tra le tante”, anziché ad atto criminale da porre al bando: il delirante ed infamante comunicato dei neofascisti di FN contro i 15 migranti, che si inseriva nel clima creato contro la loro accoglienza a Pescolanciano, è stato integralmente pubblicato sui media locali, ed ha preceduto gli atti di squadrismo razzista predetti.

Tanto più che lo stesso sindaco di Pescolanciano ha paventato l’ipotesi “che possano esserci state delle interferenze esterne“: ed infatti i due atti infami non appaiono in linea con i civili abitanti di Pescolanciano, bensì con le modalità proprie di squadracce neofasciste venute dall’esterno che, pur essendo formate  da sparuti manipoli non rappresentativi, in questo clima anti-migranti infestano il clima e fungono da manovalanza teppista o terrorista, cercando di spingere alle estreme conseguenze l’odio razziale.

In ogni caso, nell’immediato, invitiamo il Sindaco di Pescolanciano a non assecondare il falso e disumano paradigma antimigranti, ad esempio organizzando da subito qualificate occasioni di incontro tra la popolazione del paese e i 15 migranti da accogliere, per iniziare a conoscersi e intrecciare relazioni, per conoscere le loro storie, spesso di miseria, di violenza e di guerra, rispetto alle quali i governi imperialisti – italiano incluso – sono i principali responsabili.

E diciamolo: anche per discutere ed attivarsi insieme contro la mala gestio dell’accoglienza privatizzata e delle speculazioni padronali (peraltro anche a danno degli stessi  immigrati), ma non per usarle contro l’accoglienza immediata, bensì per costruirne una diversa, a diretta gestione pubblica, sotto il diretto controllo sociale e democratico, sia della comunità locale sia dei migranti, insieme.

Appare perciò profondamente sbagliato che, invece di procedere quella direzione, il sindaco chieda “aiuto a Salvini” : è come chiedere al lupo di proteggere l’agnello, visto che proprio Salvini ha annunciato che «per i clandestini è finita la pacchia».

Cosa vuol dire, che è aperta la caccia alla selvaggina umana?

Proprio questo è il clima che ha armato anche gli atti vandalici razzisti a Pescolanciano, e così l’altro giorno l’assassino di Soumayla Sacko, bracciante di 29 anni, proveniente dal Mali, sindacalista USB, impegnato da anni nell’organizzazione della lotta dei braccianti della Piana di Tauro.

I braccianti in sciopero l’hanno detto in coro “Salvini razzista, sei tu il responsabile”. Associarsi al loro grido, al loro sdegno, alla loro ribellione: questa è la lezione di coscienza e di impegno sociale di civiltà, antirazzista, che in queste situazioni ogni sindaco dovrebbe raccogliere e incoraggiare tra la popolazione amministrata. Altro che “chiedere aiuto a Salvini”!

Non è colpa dei migranti se c’è la disoccupazione o mancano le case popolari. Né se uno delinque tutti sarebbero delinquenti. Sono le stesse false propagande di sempre, ad esempio dei politicanti leghisti del Nord  contro i “terroni” .

Così anche nel Molise costoro seminano ad arte guerre tra poveri in modo da coprire i padroni,  gli sfruttatori, i mafiosi, veri colpevoli della crisi economica e sociale, con il loro sistema capitalistico fondato sulla corruzione, sulle grandi ruberie sociali di pochi potenti a danno del resto della società.

Unire le lotte dei lavoratori e di tutti gli sfruttati di ogni colore, italiani e migranti, in una piattaforma anticapitalistica per il lavoro e una vita dignitosa per tutti, contro le ingiustizie sociali e per la vera democrazia, è il compito della nostra epoca, a partire dalle sinistre politiche, sociali e sindacali, anche nel Molise.