Ha avuto un’eco anche nel Molise il recente epiteto oscurantista di Papa Francesco il quale ha definito “sicari” quei ginecologi che semplicemente garantiscono le conquiste civili e legali della sanità, salvando le donne dalla macelleria e dall’affarismo dell’aborto clandestino, a parte l’inviolabile diritto di decidere che solo alla donna può appartenere.
Sicché nella nostra Regione l’epiteto papale si riversa sul dott. Michele Mariano, unico ginecologo del Molise non obiettore, coraggioso, a cui va tutta la nostra solidarietà: dal suo reparto d’eccellenza del Cardarelli di Campobasso, con turni massacranti perché solo, consente alle donne di esercitare i loro diritti quando versano in situazioni critiche alleviando i loro drammi.
Ed anzi denunciamo nuovamente questa grande vergogna della sanità molisana: quando tra non molto il dott. Mariano andrà in pensione, la struttura pubblica molisana non sarà più in grado di garantire questo elementare diritto civile delle donne ?
Ai medici assunti per il reparto maternità pagati con le tasse dei lavoratori è consentito di fare “l’obiezione”, cioè di rifiutarsi di adempiere ad un preciso obbligo.
Sicché il potere regionale non ha tardato ad utilizzare questa falla della legge n.194 che dovrebbe abolita poiché vanifica di fatto un prezioso diritto civile.
Ed infatti l’unico rimasto a fare il suo dovere di legge è rimasto il solo dott. Mariani.
Sì perché, come coraggiosamente egli stesso denuncia: “Dovevo diventare primario di Ginecologia, ma quando la precedente amministrazione ha stipulato un accordo con l’università cattolica, sono diventato scomodo “.
E non caso in Molise il 94% dei ginecologi, anestesisti, infermieri, ostetriche è “obiettore”, sicché il dott. Mariani è rimasto da solo a svolgere il prezioso servizio sanitario, senza ferie e con turni infernali, senza poter partecipare al resto del reparto, quello delle nascite, che giustamente considera la parte più bella della sua professione. Insomma: anche in Molise se non sei “obiettore di coscienza” niente posto di lavoro e niente carriera, quando non rimani da solo a prestare il servizio della Legge 194.
Ma di quale “coscienza” parlano lor signori sulla pelle delle donne? Semmai obiezione d’incoscienza bisognerebbe chiamarla. E’ coscienzioso gettare le donne nelle grinfie del pericoloso aborto clandestino pur essendo pagati con denaro pubblico per il contrario? Le istituzioni devono essere laiche, e se un religioso non vuole svolgere il suo servizio medico nella struttura pubblica libero di farlo, ma allora vada a lavorare altrove.
Ed anzi proprio per questo, il PCL Molise, come proposta immediata per porre fine a questa vergogna si attiverà cercando la più ampia unità a partire dalla sinistra sociale e sindacale locale, perché i prossimi concorsi del reparto della sanità pubblica molisana siano riservati solo a medici non obiettori.
Del resto questi fanatismi clerico-fascisti e medievali che inneggiano a sproposito alla “vita” , oltre a consegnare le donne alla mannaia dell’aborto clandestino-affaristico, promanano dalla stessa Chiesa che nella storia è stata corresponsabile di genocidi, alleata dei regimi fascisti (da Mussolini a Franco a Pinochet), della pratica o copertura della pedofilia criminale sino alle più alte sfere: con quale coraggio chiama “assassine” le donne che già vivono il dramma di dover interrompere la propria gravidanza, e sicari i medici che le aiutano ?
E come ignorare l’intreccio della Chiesa col capitale finanziario e la grande proprietà immobiliare, che non hanno disdegnato di allungare la propria mano anche nella privatizzazione della sanità molisana. Cattolica docet !
11/10/2018
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI – SEZIONE MOLISE