Ci sono anche due molisani, S.F., 59 anni, e S.C.(40), il primo di Campobasso, imprenditore nel settore caseario, il secondo autotrasportatore di Bojano (Campobasso) fra i 20 arresti eseguiti dai Carabinieri del Comando provinciale di Roma nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio internazionale. Fermato a Campobasso un noto imprenditore del settore caseario, mentre l’altro molisano coinvolto risiede e a Bojano.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma, supportati dai Comandi dell’Arma territorialmente competenti, tra Londra, le province di Roma, Milano, Bari, Vicenza, Pordenone, Viterbo e Campobasso, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone l’arresto di 20 persone, nonché l’obbligo di dimora con contestuale interdizione dall’esercizio di attività professionali o imprenditoriali a carico di ulteriori 5 indagati, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, autoriciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Le complesse indagini dei Carabinieri hanno consentito di accertare l’esistenza di due sodalizi criminali dediti al riciclaggio: uno, facente capo a due imprenditori italiani di Roma, che era già riuscito a riciclare 15 milioni di euro, illegalmente accumulati nella provincia di Milano e derivanti dall’illecita raccolta di profitti conseguiti da appartenenti alla comunità cinese. In particolare, determinate persone giuridiche, dopo aver ricevuto in contanti i capitali illecitamente raccolti dai predetti soggetti cinesi, effettuavano bonifici bancari giustificati da fatture per operazioni in realtà inesistenti, emesse da società riconducibili all’organizzazione.
A loro volta, tali società trasferivano il denaro sui conti correnti di una società, con sede a Londra, controllata da prestanomi dei cittadini cinesi che rientravano così, all’estero, in possesso del denaro “ripulito”; un secondo sodalizio, facente capo anche in questo caso ad un italiano, imprenditore della provincia di Roma, risulta aver riciclato 3 milioni di euro provenienti dal traffico di sostanze stupefacenti sul territorio della Capitale.
Uno degli arrestati, imprenditore romano, operante nel settore del commercio d’auto, già in passato era stato arrestato per operazioni di riciclaggio effettuate a favore di unnoto malavitoso
L’attuale indagine trae spunto da un’altra attività investigativa, condotta sempre dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, riguardante le ipotesi di reato di riciclaggio e fittizia intestazione di beni, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, a carico di un commercialista, originario di Napoli ma da anni residente a Roma, permanentemente a disposizione di esponenti di organizzazioni criminali di tipo camorristico operanti su scala nazionale, favorendone le attività di riciclaggio e reimpiego dei capitali illeciti, arrestato il 16 novembre 2015 per diversi episodi di trasferimento fraudolento di beni e valori, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso.
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