Intere comunità isolate, viabilità bloccata e l’ondata di maltempo non accenna a attutirsi. Gli strumenti a disposizione sono preziosi ma rischiano di essere insufficienti per l’eccezionalità della situazione metereologica.

Se a 5 km da Campobasso ci sono cumuli di neve di un metro e mezzo, non transita nessuno, ed i volenterosi operatori che hanno alacremente lavorato tutta la notte sui trattori non riescono a fronteggiare la calamità naturale, si può facilmente intuire ciò che sta accadendo nelle aree più impervie del territorio.

Meritano un apprezzamento le associazioni locali di Protezione Civile che sono impegnate ad alleviare i disagi della popolazione o di chi è rimasto bloccato lungo le strade, come ha cofermato l’intervento dell’Associazione Carabinieri in congedo di Agnone che ha soccorso i camionisti lungo la Trignina. Lo sforzo straordinario dei Vigili del Fuoco, delle Forze dell’Ordine, dell’ANAS, delle Province e dei Comuni rischia di non reggere alla necessità di operare 24 ore su 24 senza alcuna interruzione. Purtroppo nelle condizioni di emergenza si fanno sentire i tagli apportati sia agli organici della pubblica amministrazione, che alla dotazione di mezzi e fondi in bilancio.

I Comuni dispongono di minori risorse per fronteggiare simili problemi, l’ANAS ha competenza solo sulle strade statali ma risente delle difficoltà del periodo e la Provincia di Campobasso è passata da 104 zone assegnate ad un operatore con un mezzo antineve a 75 zone con la conseguenza che ci sono meno macchine e meno persone sulle strade provinciali ma non per la responsabilità pro-tempore di chi amministra che ha ereditato anche l’assenza di richiesta di rimborso spese dell’emergenza neve dello scorso anno che si sarebbe dovuta produrre entro il 31 maggio del 2016.

L’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato con l’Arma dei Carabinieri è partito da pochi giorni e le 26 stazioni che operano nelle zone montane di maggiore disagio dovranno collaudare le nuove modalità d’azione operativa in piena emergenza. L’insieme di questi fattori si somma alla situazione precaria in cui versa la Protezione Civile Regionale che da poco è stata disaggregata dall’Agenzia della Ricostruzione Post-Sisma e ricondotta a Servizio Dirigenziale della Regione Molise.

L’eccezionalità della situazione induce a prendere in considerazione e valutare l’attivazione delle procedure previste dalla legge quadro nazionale n.225 del 1992 per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Meglio anticipare l’evoluzione degli eventi e potenziare la macchina dei soccorsi e della prevenzione in tempo utile anzichè rincorrere caso per caso le singole situazioni di urgenza ed emergenza che si pongono sul territorio.