L’ultima stagione turistica, nonostante i numeri raggiunti post pandemia, registra nel Molise un atavico ritardo infrastrutturale e di servizi che ne condizionano lo sviluppo economico complessivo, a fronte di proposte internazionali come il “vicino” Montenegro che orientando la sua offerta verso il segmento luxury, ha creato spazi “business” per lo sviluppo di prodotti nel settore, determinando forti incrementi del prodotto interno lordo. Torna d’attualità, nonostante il clima internazionale teso, il progetto South Beach a Montenero di Bisaccia del gruppo Cohen: un insediamento produttivo con attività prevalente di servizi turistico-ricettivi e con investimenti relativi all’urbanizzazione e l’edificazione di un’area di circa 160 ettari che già ha interessato l’opinione pubblica da qualche tempo.

L’Area di intervento del Progetto

Incontriamo attraverso una video call da Singapore Mr. George H. Cohen, affermato business man canadese, presidente e amministratore delegato di Traders Group Limited, Hermes Bancorp e Hermes Bank, società finanziarie globali che ha fondato tra il 1985 e il 1994. La sua fortuna personale (da verifiche indipendenti) è stimata in 2,1 miliardi di dollari. E’ lui l’ideatore del progetto che, nell’area a ridosso del litorale di Montenero di Bisaccia, ha trovato la risposta alle caratteristiche ricercate: ampi spazi a ridosso di zone incontaminate, caratteristiche morfologiche ottimali, totale assenza di insediamenti che potrebbero interferire nello sviluppo potenziale del territorio. Cohen è un affermato uomo d’affari, ma innanzitutto, tiene a precisare è “Un visionario e padre di famiglia attento al rispetto dei valori, della tradizione, della cultura e delle radici delle comunità che incontra lungo i suoi progetti”.

 

Mr. Cohen, perché il progetto South Beach sulla costa molisana a Montenero di Bisaccia?

“La mia prima volta in Molise mi sono emozionato, non solo dalla regione ma anche dalle persone che ho incontrato che mi hanno accolto a braccia aperte. South Beach vuole essere la mia più grande scommessa in termini di creazione di un luogo tra i più belli al mondo, nel rispetto delle più avanzate concezioni di sostenibilità ed integrazione con la popolazione locale e le importanti ricchezze ambientali e culturali del posto. Sarà la mia casa, trascorrerò la maggior parte del mio tempo a Montenero di Bisaccia e avrò cura di tutto il territorio come se fosse casa mia. Il Molise, inoltre, ricco di storia, di tradizioni e di siti di interesse naturalistico culturali, possiede prodotti tipici ed enogastronomici di altissima qualità (olio, vini, formaggi, ortaggi, prodotti della pesca e dell’allevamento) che, sono sicuro, conquisteranno i palati degli stranieri di fascia alta, soprattutto cinesi che hanno una forte passione per il buon cibo e per la cena fuori dalle mura domestiche”.

Mr. George H. Cohen, affermato business man canadese, presidente e amministratore delegato di Traders Group Limited, Hermes Bancorp e Hermes Bank, società finanziarie globali che ha fondato tra il 1985 e il 1994.

 

Una visione che mette al riparo da critiche riguardanti ipotesi meramente speculative?

“E’ mia intenzione mettermi a disposizione delle comunità locali al fine di studiare e dare un giusto contributo economico ai grandi limiti infrastrutturali che mettono a rischio l’esistenza stessa di quei luoghi tanto affascinanti quanto abbandonati. Il tutto con la totale condivisione delle rappresentanze politiche e di tutte quelle realtà portatrici di interessi legittimi”.

 

Mr. Cohen, l’investimento stimato (pari a 3.5 miliardi di euro) avrà una ricaduta importante sull’economia locale in termini di benessere economico e di occupazione, rappresenterebbe un evento storico per la nostra regione? Ne è cosciente?

“Conosco il valore del lavoro e delle innumerevoli prospettive che apre nella vita di un essere umano. Sono cresciuto in una famiglia ebrea a Parigi che possedeva una piccola gioielleria, dunque una famiglia come tante altre dedita al lavoro e alla tradizione. A 12 anni lavoravo come traslocatore, dalle 4 del mattino alle 20 per l’equivalente di 10 dollari al giorno. Un’esperienza che mi consente oggi di essere una persona cosciente del valore di ogni singolo dollaro, con un approccio reale alla vita concreta.”

 

Le sua iniziative di beneficenza in Bangladesh e in generale in Asia, sono note alla cronaca mondiale. Oggi l’emergenza climatica e ambientale sembra essere il nemico numero uno.

“Alla base di migliaia di iniziative benefiche vi è la salvaguardia della tutela ambientale e del rispetto dei vari habitat e micro climi esistenti sulla Terra. In ogni mio investimento o edificazione di sorta, vi sono dei piani di sviluppo sostenibili in termini ambientali con l’utilizzo delle più avanzate tecniche di realizzazione e dei migliori materiali “green”. Ogni edificazione è sempre messa in opera con attenzione al territorio e nella considerazione di tutti i suoi interessi legittimi, con l’ausilio di studi specifici, analisi ambientali ed ogni qualsivoglia approfondimento propedeutico alla corretta ed efficiente riuscita del progetto da portare a termine. Ho fatto una promessa a mia nipote Aria, ovvero quella di essere un nonno attento a lottare per la preservazione dell’ambiente, pertanto questa è diventata la mia prima regola da rispettare in ogni investimento”.

 

Un’idea ambiziosa e una scommessa straordinaria per un territorio che reclama investimenti privati, capaci di attrarre nuovi abitanti e di creare nuovi posti di lavoro. Alla base del progetto South beach c’è la realizzazione di un insediamento nel Sud Europa in grado di soddisfare la richiesta internazionale di un sito dotato delle infrastrutture necessarie ove sviluppare attività imprenditoriali legate non solo al turismo. I punti di forza individuati nel progetto sono la destinazione (particolarmente gradita agli stranieri), facilità di collegamenti con aeroporti e città importanti (Roma, Napoli, Bari, Foggia e Pescara), territorio di indubbio interesse dal punto di vista paesaggistico, storico e culturale, terreno di proprietà di un solo privato e di adeguate dimensioni.

Ma non si tratterà solo di un insediamento produttivo a carattere turistico residenziale. Il complesso abitativo ospiterà una molteplicità di tipologie: dalle ville signorili immerse nell’habitat naturale in prossimità del mare, fino alle strutture residenziali a ridosso delle vie di comunicazione stradali, intermediate con gallerie commerciali, centri benessere, alberghi lussuosi, sale meeting, ristoranti, cliniche per la cura della persona e campo da golf. All’interno del complesso sono previsti dei canali navigabili, collegati direttamente al mare, attraverso i quali sarà possibile ormeggiare un’imbarcazione direttamente nei pressi delle abitazioni.

 

Un sogno quello di George Cohen, imprenditore che registra un considerevole patrimonio personale, che si scontra con l’approccio spesso tardivo verso il cambiamento.

“In realtà –prosegue l’imprenditore – tanti uomini partiti dalle famiglie più umili hanno scritto pagine di storia economica e sociale del nostro pianeta, hanno cambiato il modo di pensare e l’assetto territoriale di interi continenti. Tante mete oggi da sogno in termini turisti, ricche e fiorenti, sono partite dall’essere semplici porzioni di spiagge incontaminate, lande desertiche, paludi, boschi e terreni abbandonati”.

 

Infine Cohen ci illustra le due caratteristiche fondamentali di South Beach: la sostenibilità del progetto e l’importanza di un partenariato pubblico -privato.

“È per questo –continua Cohen – che il lavoro deve concludersi con un focus sui vantaggi che esso potrebbe apportare al sistema economico locale; come già anticipato, essi sono molteplici e di varia natura, a partire dalle 6 mila unità lavorative previste nelle attività del piano di investimento. Data la fase ancora prematura dello studio, non è possibile calcolarli con precisione, ma si possono avanzare delle ipotesi di stima su cui fare delle attente riflessioni: innanzitutto basso impatto con totale auto efficienza energetica degli edifici, nel rispetto puntuale del concetto di bioedilizia, incentrato sulla riduzione dell’uso delle risorse in primis del suolo, dell’acqua e dei materiali. Puntiamo al recupero e alla valorizzazione sostenibile di un’area fortemente degradata e, tra i punti di forza – conclude Cohen – ci sono il ripascimento e la protezione della costa, bonifica dei terreni, messa in sicurezza degli argini del Fiume Trigno, valorizzazione del tratturo, livello bassissimo di carbon footprint”.

 

Infine George H. Cohen, illustrando il target della clientela (cittadini stranieri, in particolare provenienti dalla Cina), sottolinea come nei numerosi locali ricettivi nel campo della ristorazione, quattro alberghi luxury, un centro commerciale e 18 stabilimenti balneari, potranno prestare attività lavorativa in maniera stabile e continuativa, non meno di 2700 persone. Un polo che avrà bisogno di approvvigionamento di materie prime e servizi e che dunque coinvolgerà le imprese locali in diversi settori e ambiti.

I cinesi appartengono ad una classe finanziaria superiore – assicura Cohen – compreranno tutto nella regione, in particolare prodotti alimentari locali che invieranno in Cina per il loro consumo e regali per amici e familiari. Ma mi riferisco anche ad auto e moto, mobili ed altro per le loro abitazioni, così come tutto ciò di cui hanno bisogno nella loro vita quotidiana come prodotti di bellezza, abbigliamento, arte, ecc… Si tratta di uomini d’affari di grande successo interessati anche ad acquistare o diventare partner di altri beni nella regione come cantine, progetti di costruzione e sviluppo di altre importanti iniziative economiche. Senza dimenticare che gli appartamenti previsti porterebbero in Molise persone con grandi budget che potrebbero risollevare le sorti economiche e non solo di diversi territori”.

Una prospettiva di crescita complessiva che probabilmente è comparabile agli investimenti Fiat nei primissimi anni ’70 e che può cambiare gli equilibri economici in un territorio in cui la quota del Pil proveniente dal settore turistico è tra le più basse d’Europa. Una regione che ha la necessità impellente di ribaltare strategie del passato per guardare al futuro con rinnovato ottimismo, assicurando occupazione, reddito e servizi in grado di bloccare la fuga mai interrotta delle giovani generazioni verso destinazioni più competitive.