di Pietro Tonti
Siamo sicuri che l’Ospedale di Venafro declassato a centro Covid per anziani positivi asintomatici, sia in grado di sostenere questo ruolo, come indicato ed enfatizzato dal DG Oreste Florenzano?
Facciamo una premessa, quando le cose funzionano, non si interviene da un punto di vista giornalistico ad evidenziare che tutto è regolare. Interveniamo solo quando ci segnalano inadeguatezze, inadempienze e vuoti gestionali nella sanità. Non è la persona che vogliamo colpire, non ci interessa, vorremmo che in un momento di estremo disagio per i pazienti covid e non covid nelle strutture pubbliche possano essere curati, assistiti e considerati, nel minimo dei livelli essenziali di assistenza. Al tutto bene di Florenzano e a quell’ottimismo che apprezziamo, ci auguriamo che vengano i fatti a supportare tali affermazioni. Purtroppo non è così e siamo a riportate un altro caso che ci sollecita la professione dall’evidenziare, al fine di correggere il tiro e offrire ai molisani una sanità giusta, ove non si riesce ancora ad averla, nonostante la fiducia e l’ottimismo dei vertici Asrem.
Riceviamo e pubblichiamo:
<<Uomo di 73 anni, in ospedale a Termoli dal 15 ottobre per un piccolo intervento, si è scoperto essere positivo al Covid (VIRUS CONTRATTO IN OSPEDALE!).
Dopo il quarto/quinto tampone, fatto prima di essere trasferito a Vasto per una riabilitazione, l’esito positivo al Covid ha fatto sì, che il 3/12 sia stato trasferito in una stanza dell’RSA di Venafro, senza avviare alcuna cura farmacologica…
Solo dopo una telefonata intrapresa da me familiare agli operatori dell’ospedale, mi è stato consigliato di portare (da casa) le cure farmacologiche per avviare la terapia anti-covid!!!
Mi è stato suggerito di procurare gli antibiotici, cortisone, eparina a basso peso molecolare (per richiederlo c’è necessità del piano terapeutico di un cardiologo, quindi cosa non facile e tempestiva!)
Inoltre hanno lasciato un uomo malato, anziano, immobilizzato a letto, senza “il campanello”… unico allarme da poter utilizzare in caso di bisogno.
Ad oggi ancora la situazione non cambia!!!
Mio zio riferisce telefonicamente di sentirsi abbandonato, di non aver attenzioni da parte di nessuno. Per tutta la notte ha avuto il pannolone sporco addosso, solo la mattina seguente è stato cambiato.
Com’è possibile che un malato venga trasferito in un centro privo di medicinali, del semplice sostegno per girarsi da solo nel letto (la cosìdetta capra) e persino del campanello di allarme? Le sue condizioni fisiche consentono il trasferimento in tale RSA se è priva di tutto?
Ieri addirittura, l’operatore mi ripete che dovrei andare dal medico di base per farmi prescrivere qualcosa per la semplice tosse…
Questo mi fa dubitare fortemente che questa struttura sia adatta a garantire l’assistenza medica necessaria a mio zio in questo caso, ma in generale ad un malato Covid! Spero vivamente che il mio familiare esca così com’è entrato in ospedale, ossia camminando sulle sue gambe…
Non possiamo girarci dall’altra parte e sperare che “se la cavi” mentre la dignità umana viene calpestata nello squallore della sanità Molisana!>>
La nipote, I. C.”