di Pietro Tonti

L’Accoglienza dei rifugiati ucraini nel Molise sta mobilitando amministrazioni comunali, associazioni, istituzioni e responsabili dei centri d’accoglienza. Dopo questo primo impatto logistico a cui seguirà l’aspetto dell’inserimento dei bambini nelle scuole delle città, si penserà alla collocazione tra privati e centri d’accoglienza. In questo momento questa è la strada fondamentale già in corso tra il censimento delle strutture abitative, la raccolta fondi su base volontaria che concorrerà a dare aiuto alle famiglie che ospitano, insieme ai finanziamenti pubblici europei, nazionali e comunali destinati all’accoglienza.

Fin qui tutto va bene, tutto è regolare, ma da questa guerra assurda e da questo esodo di massa  il Molise potrebbe trarne dei vantaggi inimmaginabili.

Potrebbe arginare quello spopolamento della popolazione molisana paragonabile a quello stesso degli ucraini verso mete più tranquille rispetto all’invasione russa.

Il nostro problema è il lavoro e quindi giovani e adulti fuggono da questa regione. Abbiamo perso in 20 anni una città di 24.000 persone, siamo scesi al di sotto delle 300mila unità e continuiamo a perdere 2.000 persone l’anno. A questo punto con uno sguardo alla storia, possiamo osservare come nel periodo bellico della seconda guerra mondiale, una moltitudine di sfollati campani, decisero di trasferirsi in Molise dando vita a numerosissimi nuclei familiari molisani, oggi ancora presenti in maniera massiccia nella nostra popolazione.

I rifugiati ucraini potrebbero quindi dar vita ad una comunità molto vasta nel Molise, sicuramente superiore  a quelle secolari già esistenti nel basso Molise  come quella Albanese che conta 13.000 persone o Croata circa 3.000 persone traferitesi in questa terra intorno alla metà del XIV° secolo.

Il Molise ha bisogno di popolazione, questo è chiaro. I rifugiati ucraini possono offrire quell’impulso a incrementare la popolazione residente, potrebbero  scegliere di restare e mettere su famiglia, richiamando a fine conflitto i mariti che oggi combattono contro la Russia di Putin.

Dove la Regione, lo Stato e l’Europa non sono stati in grado di creare  occupazione, o detassare le imprese molisane per permetterne la sopravvivenza, dopo una pandemia, l’aumento esponenziale di energie e benzine, ecco che la guerra potrebbe diventare opportunità per il Molise, dove si concentrano aiuti umanitari, sostegni alle famiglie e finanziamenti concreti, magari per tutti – non solo per i rifugiati – con una regione “free tax” per 5 anni per permettere il rilancio di nuove opportunità per tutte le imprese vecchie e nuove. In questo contesto, escludendo chi già sta pensando al lucro dell’ospitalità profuga che scaturirà da questa nuova emergenza, si guardi ad ospitare più rifugiati ucraini possibile e a programmare con un certo ottimismo per il futuro questa nuova opportunità. Sempre che le istituzioni sappiano guardare oltre il proprio naso e non come al solito restare indifferenti, mentre il Molise muore.