di Alessia Tonti

Indubbio aver mutuato dalla regione Umbria  l’approvazione della Legge elettorale in Molise. Il tutto basato sul collegio unico con differenze non sostanziali, come potrete riscontrare nei due paragoni, (in fondo all’articolo).

Gli scettici e i favorevoli oggi, sulle pagine social, hanno dato sfogo alle loro idee, ma la legge è passata. Se in Umbria non ci sono stati problemi per l’aver adottato questo sistema, per quale motivo la Corte Costituzionale dovrebbe bocciare quella della regione Molise, nel momento in cui vi siano dei ricorsi?

Su questo argomento si arrovellano e propongono vedute diametralmente opposte a seconda della fazioni in campo. Chi scrive dell’efficacia della legge che favorirebbe l’elezione di Frattura alle prossime regionali, chi invece è convinto che il collegio unico dia vantaggi estremi a Iorio. E per i 5 Stelle? Nessuno prende in considerazione che la vera guerra elettorale in procinto di entrare nel vivo è tra il resto delle coalizioni centro destra + centro sinistra contro M5S, ma questo è un altro argomento che affronteremo in altra sede.

Ritornando alle esternazioni post Legge elettorale, nessun cenno si è registrato sulla dispendiosità della conduzione di una campagna elettorale per gli aspiranti consiglieri regionali, che passano dalle circoscrizioni provinciali di 52 comuni in Provincia di Isernia; degli 84 per la circoscrizione di Campobasso, ai 136 del collegio unico regionale, su cui far sentire il peso della propria presenza e idee programmatiche. Cosa non facile ed estremamente costosa, a vantaggio di chi?

Dei soliti noti che hanno le tasche piene di denaro da investire sulla comunicazione.

Mentre in Umbria il tetto massimo di spesa per la campagna elettorale dei candidati presidenti è fissato per legge elettorale in 100 mila Euro e quella dei consiglieri candidati in 25 mila Euro, sapientemente, il tetto di spesa non è stato legiferato per la Regione Molise nella nuova legge, sapendo che 25 mila euro sono bazzecole per una campagna di tutto rispetto su 136 comuni? Forse si.

Questo in termini spiccioli cosa vuol significare? Che da Venafro, o viceversa da Termoli se si vuole fare una campagna elettorale di grido con la speranza di essere eletti, bisogna investire, spendere in comunicazione cifre ragguardevoli. Chi può permetterselo? Chi gravita su investitori, personaggi quindi già impegnati con ruoli di spicco nella politica, o imprenditori di grido, dove investimenti di 100 mila euro sono briciole su un fatturato a 9 zeri. Quale la risultanza? Tolti pochi facoltosi, il resto della popolazione rinuncerà alla candidatura.

I cento nomi del 2.0 di Ruta e Leva, disponibili a scendere in campo per essere investiti della candidatura alle regionali, quanti diverranno oggi?

E con probabilità matematica molti che contavano di candidarsi e provarci in ogni coalizione, oggi fanno un passo indietro, sicuri di non poter competere in un territorio così vasto, difficile da raggiungere con mezzi esigui e senza portafogli pieni.

Non è un problema più di rappresentatività, diventa un mero gioco di investimenti, il più forte, per potere politico o economico vincerà le elezioni, o avrà maggiori chance di farcela.

Il 2018 con la nuova Legge elettorale, vedrà probabilmente una gravissima difficoltà per ogni partito o coalizione a riempire le liste di candidati consiglieri.

Quale panorama in vista? Ne parleremo prestissimo..

 

Perugia, 17 febbraio 2015 – L’Assemblea di Palazzo Cesaroni approvò la nuova legge elettorale.

Le principali caratteristiche della Legge Elettorale in Umbria

  • abolizione del listino; turno unico (vince il candidato che ottiene il risultato migliore),
  • collegio unico regionale;
  • doppia preferenza di genere;
  • no al voto disgiunto;
  • la coalizione vincente ottiene fino a un massimo di 12 seggi (più il presidente) e i restanti 8 vanno alla minoranza;
  • la lista che ottiene il migliore risultato, tra quelle che appoggiano il presidente eletto, può ottenere fino a un massimo di 10 seggi, i restanti 2 vanno alle liste che ottengono il risultato migliore tra quelle che superano il 2,5 per cento;
  • al candidato presidente “miglior perdente” spetta di diritto un seggio e le liste che lo sostengono rientrano comunque nel riparto degli altri 7 seggi, se hanno superato il 2,5 percento;
  • il numero delle firme per la presentazione delle liste è fissato tra un minimo di 500 e un massimo di 1000.
  • La legge fissa anche una quota massima di spesa elettorale: 100mila euro per i candidati presidenti e 25mila per i candidati consiglieri.

 

Le principali novità della nuova Legge elettorale nel Molise:

  • l’individuazione del collegio unico regionale e quindi il superamento delle attuali due circoscrizioni provinciali;
  • l’eliminazione del cosiddetto “listino maggioritario” e l’attribuzione di un premio di maggioranza alla coalizione il cui candidato Presidente ha ottenuto più voti;
  • l’eliminazione, rispetto all’attuale normativa fino ad oggi in vigore, della possibilità di votare un candidato Presidente della Regione e un componente di una lista non a esso collegato;
  • la creazione di sbarramenti per accedere all’attribuzione dei seggi pari al 10 per cento per le coalizioni e al 3 per cento per le liste ammesse dei candidati Consiglieri;
  • la garanzia della rappresentanza di genere che impone che gli esponenti di un sesso non possano superare il 60 per cento dei candidati di una lista;
  • l’incompatibilità tra la carica di Assessore e Consigliere regionale e la possibilità che qualora uno di questi ultimi sia nominato componente dell’Esecutivo esso venga sospeso dalla carica per essere sostituito, per la sola durata del suo incarico assessorile, dal primo candidato non eletto della sua lista;
  • la possibilità data agli elettori di esprimere due voti di preferenza diversificati per generi;
  • l’esenzione dalla raccolta delle firme per la presentazione delle liste di candidati Consiglieri regionali per quei movimenti o partiti politici rappresentati in uno dei due rami del Parlamento
  • italiano o nel Parlamento europeo, ovvero per coloro i quali hanno già avuto eletti nell’attuale Assemblea regionale;
  • l’individuazione delle particolari condizioni di ineleggibilità e incompatibilità per l’elezione a Consigliere e Presidente della Giunta.