Di quale rilancio possiamo parlare? Il 2018 si chiude per i molisani all’insegna della precarietà costante, banche avare di credito, istituti ingessati su rischio zero e il rilancio economico è pura chimera.

di Alessia Tonti

Bene, siamo giunti quasi alla fine di un anno “horribilis” che si aggiunge ad un decennio catastrofico per l’economia italiana e molisana. Quante promesse abbiamo udito, certamente non creduto, promesse di una politica che avrebbe garantito più occupazione, meno tasse e la possibilità di un rilancio che non è avvenuto. Una economia ristagnante in tutta Italia, disastrosa nel Molise.

Dove andremo di questo passo? Nel baratro sicuramente. Non occorrono fantasie estreme o pessimismo, la sacrosanta verità è che questa terra è oramai inospitale per i giovani, drammaticamente soporifera per i cinquantenni, tombale per gli anziani che aspettano solo di passare a miglior vita.

Tutte chiacchiere il rilancio economico, provate ad andare in banca per aprire un’attività commerciale, artigianale o qualsivoglia bella idea che necessità di denaro contante per sopportare e supportare il periodo di start up. Evitate, tanto non c’è trippa per gatti.

Con un bel sorriso smagliante, in un vestito firmato, il direttore vi comunicherà l’impossibilità di accesso al credito, scaricando le responsabilità su un sistema che dipende da Basilea, dai vertici milanesi o romani, ma anche se avete con i vostri soldi avviato una valida e fiorente attività commerciale e volete attraverso il RID (Sepa) accreditare il pagamento dei vostri clienti, troverete difficoltà a farvi approvare, il semplice appoggio del vostro denaro.

Siamo alla follia, da non credere, ma è un dato di fatto. Chiedetelo a quell’azienda molisana che aspetta da tre mesi l’approvazione di un semplice appoggio bancario del Sepa, dopo aver portato la garanzia di una casa, ancora attende le grazie dell’istituto di credito per lavorare con i propri soldi, senza chiedere finanziamenti bancari.

Si, vi direte è grottesco, ma nel Molise è la semplice realtà. Quella che vede le banche non concedere nulla a chi ha una valida idea imprenditoriale, in attesa di finanziare senza rischi chi già opera in un florido mercato; questi ultimi non hanno bisogno di credito, sono in grado di viaggiare con le proprie gambe, e così il cane si morde la coda.

Gli istituti di credito non rischiano sulle nuove idee, non danno denaro a chi ne ha davvero bisogno e il cerchio si chiude sul cittadino speranzoso di avviare un’attività e, subito  disilluso per non avere la minima possibilità di chiedere un prestito.

Basteranno le belle idee governative del duo Di Maio/ Salvini per scuotere il sistema. Crediamo sia difficile, anzi impossibile. Non è solo la tassazione al 5% per 5 anni per le star up e per gli over 55 a poter fare la differenza nel 2019. Non sarà la tassazione al 15% per il forfetario a scuotere l’economia.

Se le banche sono chiuse a riccio e hanno annullato la fiducia alle nuove attività costrette ad attendere  il secondo bilancio annuale per aver forse una linea di credito,  uno scoperto di conto corrente, siamo sul ciglio di un burrone, basta una folata di vento per annientare ogni sforzo di rilancio economico.

Fino a quando il Governo non sarà in grado di agire sulle banche e costringerle ad erogare denaro a chi davvero ne ha bisogno per lavorare onestamente, l’economia non avrà chance di ripresa.