di Pietro Tonti

 L’incidenza delle malattie contagiose dopo circa due anni dall’avvento dei migranti in Molise, è un tema caldo che preoccupa i molisani.

Si è parlato fino ad oggi di malattie rilevanti riscontrate sui migranti, come scabbia, tubercolosi e sifilide, senza trascurare il temuto virus HIV.

Vi è anche un’altra preoccupazione, quella di comprendere se vi sono controlli, se le strutture ospitanti attraverso l’Asrem sono organizzate per evitare il propagarsi di malattie a carattere diffusivo.

Per sfatare ogni dubbio e naturale preoccupazione, siamo andati direttamente alla fonte. Con estrema cordialità, abbiamo trovato la disposizione sia del Direttore Amministrativo dell’Asrem regionale Dott. Antonio Forciniti che del Direttore Sanitario dell’Asrem Molise Dott. Antonio Lucchetti. Quest’ultimo ha risposto senza veli alle nostre domande tendenti a fare chiarezza una volta per tutte sulle dicerie troppe volte non suffragate da dati oggettivi ed inoppugnabili ai fini di una tranquillità generale.

 Dott. Lucchetti la preoccupazione dei molisani è tanta e vi è il desiderio di comprendere l’incidenza delle malattie dall’avvento dei migranti, vi è stata un’impennata di patologie infettive negli ultimi due anni?

 Possiamo affermare che pur essendoci dei casi, soprattutto all’inizio dell’avvento dei migranti in questa regione, per qualche individuo sfuggito ai primi controlli direttamente allo sbarco, di patologie infettive del tipo scabbia e tubercolosi, curate con i dovuti protocolli dall’azienda sanitaria, si è trattato di casi isolati che hanno avuto esito positivo dopo pochi giorni di cura per quanto concerne la scabbia, mentre la profilassi di quarantena per la tubercolosi, con i tempi e le cure adeguate sono state risolte. Si tratta quindi di casi isolati e oramai debellati.

 Non c’è quindi da temere il propagarsi di malattie diffusive?

 Premetto che il Ministero della Salute ha adottato dei rigidi protocolli già agli sbarchi, la prima visita viene effettuata nei porti. Se ai migranti vengono riscontrate malattie infettive sono isolati e curati sul posto. La malattia principale è proprio la scabbia che con una profilassi di sole 24 ore viene risolta, basta bruciare gli indumenti logori dei soggetti colpiti da questa infezione, sottoporre i soggetti ad un trattamento igienico e somministrargli i farmaci adatti ed in brevissimo ritornano idonei ad essere ospitati nelle strutture, senza pericolo di contagio. Bisogna fare una premessa, per i profughi che si imbarcano per settimane su carrette del mare, vi è una selezione naturale, se non sono in buona salute, difficile poter affrontare un viaggio così logorante. Quindi da escludere patologie estreme come Ebola che ha tempi di incubazione veloci e si manifestano i sintomi solo pochi giorni dopo aver contratto il virus.

 L’incidenza delle patologie diffusive in termini percentuali, da prima dell’avvento dei migranti a dopo è stata minima quindi? E per le malattie veneree?

 Assolutamente irrilevante, possiamo affermarlo con certezza, solo pochi casi, ripeto, sporadici, anzi, bisogna dire che molte patologie vengono contratte dagli ospiti direttamente in Italia, in base agli stili di vita e alle frequentazioni di soggetti a rischio. I nord africani che giungono nel Molise di per sé non hanno il rischio di malattie infettive gravi, come il virus HIV, presente in percentuale in aumento in centro Africa, ma bisogna dire che nella nostra regione vi è una percentuale in aumento nei soggetti autoctoni con stili di vita non protetti per la sfera sessuale. Il virus come sappiamo si diffonde attraverso il sangue e i rapporti sessuali. Per quanto riguarda le malattie veneree abbiamo la stessa incidenza di prima dell’avvento dei migranti nel Molise.

Per quanto concerne i protocolli sanitari, adottati dalle prefetture di Campobasso ed Isernia con le nuove regole di profilassi che stanno scatenando le ire delle cooperative ospitanti, in quanto devono accollarsi il costo del medico per  le visite, come stanno le cose?

Mi assumo la responsabilità di questa scelta necessaria, proprio per la salvaguardia della salute pubblica, finalizzata ad evitare la diffusione delle patologie diffusive. E’ giusto che le strutture si assumano le loro responsabilità e abbiano un medico che possa individuare attraverso visite periodiche eventuali patologie contratte in Italia. Non si tratta quindi come erroneamente si sta diffondendo, la notizia della prima visita, in quanto la prima viene effettuata – come accennavo – direttamente nei porti. Si tratta di escludere malattie infettive che hanno tempi di incubazione più lunghi e potrebbero manifestarsi nelle strutture o essere contratte attraverso la frequentazione con la gente del posto. Naturalmente l’Asrem è presente attraverso i distretti, nei controlli e nel supportare, come ha fatto finora, eventuali approfondimenti attraverso esami clinici per scongiurare ogni fonte infettiva e, nel momento in cui si dovessero verificare casi, adottare tutte le misure adeguate.

Si parla di rapporti intimi tra migranti e molisani, inevitabili come in ogni società multietnica, a questo punto come afferma bisogna proteggere i migranti e non la gente del posto dalla contrazione di eventuali malattie veneree?

 Potrebbe essere un paradosso, ma in linea di massima è così. I controlli sui migranti sono efficaci e se immessi nelle strutture ospitanti, godono di buona salute, ma consigliamo a tutti ospiti e non, di usare i profilattici per evitare il propagarsi di malattie veneree e la diffusione di virus come l’Hiv che nel Molise – come accennavo – è presente con percentuali in aumento.