di Claudia Mistichelli

Si parla di prevenzione ma non abbiamo un registro tumori, si chiude un reparto di oncologia e se hai urgenza di fare un controllo lo devi pagare (per chi può permetterselo).

Ma capita anche che in un periodo pre-elettorale si facciano controlli di prevenzione in piazza.

Una donna deve mettersi in fila, sotto il sole o la pioggia, fuori da un camper per avere gratuitamente dei controlli che le dovrebbero spettare per diritto.

Quando dopo due operazioni per un carcinoma ti senti dire che non hai diritto all’esenzione per patologia perché le analisi sono uscite negative, capisci che non esiste nessuna prevenzione.

Quando dopo due operazioni di carcinoma all’utero non hai diritto neanche a una mammografia gratuita capisci che davvero non c’è volontà di prevenire un bel niente.

Però puoi metterti in fila a un camper, con tutta la gente che passa e ti vede e pensa: forse non ha i soldi, forse vuole sfruttare la situazione, poverina è malata oppure, ma sta come un leone se ne andasse a casa e lasciasse il posto ad altre.

Ci sono i locali dei consultori e degli ospedali, quando si fanno degli accertamenti così delicati, soprattutto per una donna (e non un semplice prelievo del sangue) si dovrebbe garantire la privacy e la dignità di chi deve sottoporsi a determinati esami, soprattutto lontani da sguardi indiscreti e scrutatori del passante di turno.

La povertà non gli consente di sollevare la testa, la dignità non gli consente di chinarla. (cit)