di Alba di Sandro
Attualmente il Molise è una delle regioni con il più basso tasso di natalità, con oltre il 23 per cento di abitanti over 65, ma la cosa ben più grave che lo affligge, soprattutto in prospettiva, è lo svuotamento dei piccoli paesi, ormai condannati all’estinzione per via di una progressiva migrazione degli under trenta.
Quali sono le cause che hanno indotto la popolazione giovane della nostra regione a comportarsi così ?
Nei piccoli comuni molisani non solo si è accentuato fortemente il divario con un passato in cui il territorio era più ricco di opportunità e di luoghi di aggregazione, ma spesso non possono essere garantiti agli abitanti nemmeno i diritti essenziali quali l’istruzione e la salute.
L’economia e i servizi non funzionano nemmeno nelle cittadine in cui sono ancora presenti degli esercizi commerciali, in virtù dell’aumento e della diversificazione delle richieste dei consumatori, più propensi a fare acquisti nei centri commerciali delle grandi città, non paragonabili su nessun fronte ai piccoli negozietti locali .
Una volta erano le piazze i luoghi di ritrovo, oggi invece il medesimo ruolo è svolto da internet e la maggior parte delle interazioni umane si svolge e si intesserà sempre di più sui social network .
Si è ormai capovolto lo scenario di metà novecento, in cui i giovani costituivano una risorsa fondamentale per il territorio, per giungere ad una situazione attuale in cui le famiglie  finanziano e sponsorizzano le loro nuove e crescenti esigenze, proiettandoli in un futuro in cui ambiscono a collocarsi non solo lontano dal Molise, ma anche dall’Italia, dal momento che all’estero i livelli occupazionali sono migliori.
Migliori soprattutto se si fa il confronto con la situazione critica in cui versa la nostra regione: il settore terziario è saturo, quello secondario, basti pensare ad alto e medio Molise, è totalmente privo di competitività e versa in uno stato di crisi a causa dello smantellamento delle aziende principali e nemmeno le misure di finanziamento attuate, nell’ambito del settore primario, per conservare il presidio dell’uomo sul territorio, riescono a ridurre questa incessante migrazione.
La carenza di opportunità, le ristrettezze economiche degli enti e anche la capacità della tecnologia di sostituirsi alla manodopera e al lavoro intellettuale , sono aspetti che vanno tutti ad incidere negativamente sul lavoro e non rendono sufficienti le misure di contrasto attuate perché senza un’economia che giri non si può pensare ad un Paese che funzioni, soprattutto nelle zone meno ricche e meno  abitate.