di Pietro Tonti
I molisani hanno la necessità di poter contare su una sanità pubblica efficiente, ma anche su politici in grado di far sentire la loro voce nelle stanze romane ministeriali, affinchè questo avvenga. Se fino ad oggi, con l’emergenza Covid da quasi un anno in corso, questo non è avvenuto, vi sono delle responsabilità oggettive che bisogna individuare, affrontare e risolvere una volta per tutte.
Avremmo preferito vedere incatenati già qualche mese fa i parlamentari molisani pentastellati davanti al ministero della sanità, quando fu bocciato il Covid Center a Larino, ma le responsabilità sono state scaricate solo sul commissario Giustini, il presidente Toma e il DG Florenzano, come se loro e solo loro, fossero gli artefici dell’individuazione del Covid Center al Cardarelli e non la costrizione del Governo con il piano di rientro dal debito sanitario e il relativo “Piano Sanitario” approvato che non prevede un altro ospedale oltre ad un Hub a Campobasso e due spoke, uno a Termoli e l’altro a Isernia.
Il Senatore Ortis si incatena fuori tempo, quando tutto è deciso, un’azione redarguita dallo stesso movimento, per ottenere cosa, ora che è tutto deciso? Evitare i containers di terapia intensiva aggiunti al Cardarelli, ci appare di modesta entità, rispetto al disastro sanitario a cui nessun parlamentare si è opposto fino ad oggi, pur essendo tutti del partito di governo.
Purtroppo sia il Molise che i nostri parlamentari manifestano un peso piuma nelle decisioni governative. Nemmeno quando vi è stata la possibilità di contare numericamente nel voto alla Camera e al Senato l’altra settimana, per la crisi di Governo, sono stati capaci di imporsi nel far sentire la loro voce. Avrebbero potuto chiedere la garanzia dell’azzeramento del debito sanitario per ripartire, ma hanno preferito votare la fiducia in un mesto silenzio, forse per paura di perdere i privilegi acquisiti, per poi inscenare la protesta dell’incatenamento?
Certamente non si può continuare con questo tira e molla sulla sanità, azzerare il pregresso e ripartire è una priorità, ma anche modificare la legge Balduzzi il DM 70/2015; sottrarre alle regioni la gestione della sanità e porla nelle mani dirette del Governo, sarà fondamentale nel prossimo futuro, dove sarà necessario garantire livelli di assistenza sufficienti, salvaguardando i cittadini e la loro salute in primis.
In questo contesto, si dovrebbero eliminare i clientelismi che hanno consentito negli ultimi decenni di determinare le profonde voragini economiche nella sanità pubblica molisana. Non si potrà continuare a creare debiti, nonostante l’avvento di commissari e sub commissari, senza riportare per legge e sostegni economici governativi, a zero il disavanzo sanitario.
Possiamo giustificare l’azione incongrua dei nostri rappresentanti parlamentari pentastellati e il loro peso nullo, solo con una riflessione. Una regione con 280 mila abitanti, come può far valere le proprie istanze rispetto a quelle con milioni di residenti? E’ il caso di continuare a contare sul Molise come entità regionale, oppure cambiare rotta e puntare decisamente su una macro regione?