Comunicato PCL Molise su questione accordo per i 50 lavoratori interinali da stabilizzare.
E’ inaudita la sponda che sta facendo il vertice della UIL Molise all’accordo truffa inteso a congelare il diritto dei lavoratori alla stabilizzazione già maturato per legge, per riprodurre nuovo precariato. Sono seguiti infatti, e manco a dirlo, gli elogi della controparte. Invitiamo i lavoratori iscritti alla UIL a contestare tale linea della dirigenza diretta a colpire un diritto acquisito.
Le dichiarazioni della UIL diffuse dai media, nel premere sui lavoratori per fargli accettare di nuovo contratti precari, ritiene rassicurante “prevedere tempi certi per la loro trasformazione a tempo indeterminato” : ma di cosa stiamo parlando ?
I vertici della UIL Molise dovrebbero sapere che nel caso di specie il diritto alla stabilizzazione è già un DIRITTO ACQUISITO per legge, a cui corrisponde il preciso obbligo del Cda di Molise Acque di procedere alle assunzioni: i contratti precari di Molise Acque sono già OGGI trasformati a tempo indeterminato, ope legis, avendo superato i limiti temporali di legge, cioè per gli effetti dell’art.19 commi 2 e 3 del D.Lgs 81/2015 !
In mezzo a leggi fatte dai governi confindustriali che sono sempre contro i lavoratori, una volta tanto che ci si può avvalere di un diritto di stabilizzazione già maturato e che è obbligatorio riconoscere, i lavoratori ci dovrebbero rinunciare per un’ipotetica eventualità futura su cui non v’è alcuna certezza reale ? E’ assurdo ! Bene stanno facendo dunque i lavoratori che continuano a battersi per la stabilizzazione contro l’accordo truffa.
Invero l’unico sindacalista locale che ha giustamente “sbaragliato il tavolo” è stato Di Schiavi, il quale respinse subito al mittente l’accordo truffa che si cercava di far passare, aprendo così la breccia perché i lavoratori potessero mettere con le spalle al muro i vertici di Molise Acque (e la Giunta fascio sovranista di Toma che ne ha il controllo politico).
La controparte dunque non ha alcuna facoltà di svicolare dalla norma cogente, dovendo semplicemente prendere atto che i contratti sono già trasformati ope legis a tempo indeterminato, e sapendo che se non lo fanno lo dovrà fare il Giudice del Lavoro, con l’aggiunta di risarcimenti enormi (indennizzi per abuso di precariato pari fino a 12 mensilità per dipendente), di cui saranno chiamati a rispondere per ipotesi danno erariale, con apposite denunce che noi supporteremo anche con assistenza giuridica.
Nondimeno, quest’episodio dei vertici della UIL MOLISE, disvela la storica politica delle burocrazie sindacali subalterne alla controparte padronale, ben distinta da quei sindacalisti locali e nazionali che si battono veramente per i lavoratori e che per questo sono anche vittime di ritorsioni e tentativi di delegittimazione ai tavoli.
E’ la vecchia e truffaldina politica sindacale “dei due tempi” consacrata nella svolta dell’EUR di fine anni ‘70: “se fate i sacrifici oggi, domani vedrete i benefici”. Il primo tempo si è sempre realizzato, il secondo mai. Anzi. Si è andati sempre peggio, distruggendo tutte le conquiste realizzate con le grandi lotte dei lavoratori negli anni ‘60 e sino alla prima metà degli anni ’70 a beneficio dei profitti di una minoranza di padroni e banchieri.
E giunto il tempo di cambiare rotta: ecco perché è anche importante legare queste singole battaglie parziali immediate per la stabilizzazione nel lavoro privato e pubblico, alla generale rivendicazione di abolizione di tutte le nefaste norme che hanno introdotto il precariato, distruggendo la dignità e la vita quotidiana di milioni di lavoratori, rendendoli perennemente ricattabili.
Anche nel Molise, il PCL con le altre organizzazioni del Coordinamento molisano delle sinistre di opposizione (PCI, PMLI, La Città Futura) cercherà di lavorare per questa prospettiva, appellandosi a tal fine all’unità di azione con tutto il resto della sinistra sindacale, sociale e politica del Molise, ed a partire dall’unificazione di tutte le vertenze in corso nella regione contro il precariato, nelle aziende private e pubbliche.