di Pietro Tonti

Certamente nel Molise non ci facciamo mancare nulla. Zona rossa per i terremoti, esondazioni e frane, invasione incontrollata dei cinghiali; ora l’epidemia di corona virus, manca l’invasione delle cavallette e che i fiumi Volturno, Trigno e Biferno diventino rosso sangue per paragonare questo periodo al pre esodo biblico degli Ebrei dall’Egitto.

Solo che Dio allora decise di far ricadere la sua collera sui primogeniti, mentre in questo momento storico, parrebbe abbia cambiato strategia invertendo la sua piaga che colpisce invece gli anziani e i malati cronici, accompagnandoli attraverso i reparti di malattie infettive direttamente ai pubblici cimiteri.

Che il divino voglia comunicarci qualcosa che non riusciamo a decifrare? Non crediamo che ci stia invitando ad abbandonare il Molise per un esodo di massa, ci appare assai  improbabile in quanto già la maggioranza di giovani e cinquantenni se ne sono andati nel corso degli ultimi anni, fuggendo di notte a migiaia  per la mancanza di lavoro.

Allora quale senso ha questa mano dell’onnipotente dai mille flagelli per questa terra che non ha mai offerto grandi risorse ai suoi abitanti e ha fatto sempre i conti con l’emigrazione e il:“quann si venut , quann te ne vai?”.

No, deve esserci un disegno più ampio al quale non sappiamo dare risposte, o dovremmo vederla da un punto di vista diverso, come un monito, un segno del padreterno che richiama ad aggregarci con altre realtà in una macro regione, incapaci di auto amministrarci e progredire, quindi di garantire ai nostri figli le giuste motivazioni, la sussistenza, validi progetti e filiere per restare e  mettere su famiglia; una vera inettitudine come ampiamente dimostrata negli anni.

Sarà questo il senso di una misura oramai colma che ci sta facendo vacillare economicamente dando il colpo di grazia con uno strano virus selettivo in corso, il quale toglie ai giovani disoccupati e alle famiglie le ultime risorse disponibili, quelle affidate alle pensioni dei nonni che reggono i nipoti e la spesa quotidiana, portandoli al creatore.

Se non è questo il disegno dell’altissimo, allora forse ci sta invitando a riscrivere i 10 comandamenti, per ricostruire tutto dalle macerie di una società fatta di corruzione, supponenza, individualità , promesse mancate e incompetenza; degenerazioni le quali conducono irrimediabilmente verso il disastro sanitario, economico e valoriale che è sotto i nostri occhi; figli di un neoliberismo che non può essere più un modello da seguire.

L’onnisciente ci invita  al cambiamento, a porre l’individuo e non gli interessi dei singoli al centro del nostro universo e quell’ambiente calpestato e vilipeso da preservare e difendere d’ora in avanti per il futuro. Ne usciremo, sicuramente con le ossa rotte, ma avremo la capacità di cambiare? Chissà.