Macchia d’Isernia, venerdì 10 settembre alle ore 17:30 «Terra», il nuovo romanzo di Giovanni Petta, sarà presentato da Caterina Zacchia

«La storia che racconto – spiega l’autore – è una storia contemporanea. I personaggi si muovono nel periodo della pandemia e sono caratterizzati dai turbamenti che tutti noi abbiamo vissuto. Due anni fa, quando ho scritto il romanzo, non potevo immaginare che i discorsi affrontati potessero essere di così grande attualità in questa estate del 2021. Il modo di reagire della società occidentale a quanto accaduto ad Haiti e in Afghanistan è sconcertante. Sembra quasi che Carola, la protagonista del mio libro, lo avesse previsto e ne stesse già soffrendo».

 

Ideale seguito di “Acqua” (Augh! Edizioni, 2017) – ma il libro può essere letto senza conoscere il precedente -, “Terra” accompagna il lettore alla scoperta della storia di Carola, che non sa cosa farsene del passato e non vuole pensare al futuro. Vive nel presente, nella casa di Sara e Marco che le danno ospitalità e che la coinvolgono nella gestione dell’azienda agricola di famiglia. La vita della donna è scandita dai ritmi della natura e da quelli imprevedibili e puri di Tommaso, il figlio dodicenne della coppia. Carola gli è sempre accanto, nel percorso di crescita e di gioco e in quello doloroso di una difficile guarigione. La sofferenza individuale sembra sbiadirsi e perdere importanza di fronte alla tragedia della pandemia che si diffonde in tutto il pianeta. E procedere con indifferenza, con distacco, così come fa la natura nei confronti delle catastrofi, pare rivelarsi l’unica soluzione per sopravvivere.

 

«La disumanità e l’indifferenza con cui stiamo affrontando le sofferenze delle popolazioni che vivono a cinque o sei ore di aereo da noi – dice ancora Petta – non sono atteggiamenti diversi da quelli con cui abbiamo affrontato il dramma degli Ebrei nel secolo scorso. Mentre i nostri nonni, però, potevano giustificare il loro comportamento con la mancanza di informazione, noi non possiamo dire di non sapere cosa sta accadendo a Kabul e a Port-au-Prince. Inoltre, l’irresponsabilità con cui viviamo il problema della pandemia e quello dei cambiamenti climatici dimostra la nostra immaturità. La mia generazione e quella che ci ha preceduti sono davvero pessime: si accontentano di esprimere il loro dispiacere con un post sui social. E ciò acquieta i loro sensi di colpa. Ma non hanno alcuna voglia di lavorare per un cambiamento necessario all’esistenza, oltre che indispensabile per l’evoluzione più nobile del genere umano. Venerdì, a Macchia d’Isernia, parleremo anche di questo perché il comportamento di Carola, la protagonista del mio libro, è sicuramente provocato dall’osservazione dell’ipocrisia dei suoi coetanei».

 

L’evento è organizzato dalla pro loco di Macchia d’Isernia e patrocinato dal Comune del centro molisano insieme a Origami, Rotary, Inner Wheel, Interact e Rotaract di Isernia.