Mentre le amministrazioni comunali sembrano aver accantonato il problema, in data 8 ottobre 2019, l’Onorevole Gianpaolo Cassese porta in Parlamento la questione dell’IMU sui terreni. Si tratta di un giorno importante, di speranza, per tutti coloro che si vedono <<costretti a pagare al Comune tributi esorbitanti per essere  proprietari di terreni che un tempo erano agricoli e che anni fa sono stati riconosciuti edificabili, di una zona all’ora ritenuta di espansione urbana>>. Proprio con queste parole esordisce l’Onorevole Cassese, il quale ha ben chiara la realtà in cui si trovano queste persone, le quali <<vivono un vero e proprio dramma […] cittadini onesti che non sanno come  far fronte ad una situazione debitoria abnorme, immeritata e ingiusta  […] un’ingiustizia che va assolutamente, urgentemente risolta intervenendo a livello normativo, facendo prevalere il buon senso a tutela dei contribuenti>>.

Il Parlamentare attribuisce la faccenda ai suoi concittadini di Grottaglie, organizzati in comitato, ma si rivolge ai Deputati della Camera puntualizzando di <<tener presente che questo problema non è circoscritto solo alla mia città e ai comuni limitrofi […] ma riguarda l’intero territorio nazionale>>.

Pertanto, il comitato IMU di Ripalimosani coglie l’occasione di manifestare la propria presenza all’Onorevole, e l’esistenza di tanti altri comitati che da anni affrontano il problema sociale, come il “Comitato aree edificabili di Vasto” in Abruzzo, il “Comitato NO PRG Osimo” nelle Marche, il “Comitato per Pernate” in Piemonte e tanti altri singoli cittadini che si riconoscono vittime di questo sistema.

L’intento dell’onorevole è di accendere i riflettori su molte altre realtà, non solo quelle che ha descritto in Parlamento causate dall’inadempienza IMU, come gli <<anziani che si vedono pignorata la loro modesta pensione, alcuni la loro unica casa di residenza>>.

Dunque, i membri dei diversi comitati evidenziano che il problema di fondo risiede nella politica di idealizzare una ricchezza del tutto illusoria, derivante da un sistema messo in piedi esclusivamente per far cassa. Si tratta di un meccanismo che lede il principio costituzionale della capacità contributiva poiché, oltre al salasso IMU, viene alterata la classificazione reddituale del contribuente. Così, i genitori che hanno dei figli all’università devono pagare le tasse che ricadono nella fascia di reddito più alta, invece chi ha dei figli con malattie genetiche non ricade nell’area di esenzione e non può permettersi delle cure private, e chi in caso di morte di un familiare non riesce a far fronte alla tassa di successione ed è costretto a rinunciare all’intera eredità perdendo anche la casa.

Per questo, l’Onorevole Cassese reputa necessaria <<una più accurata e realistica valutazione del valore commerciale dei terreni di tale fattispecie, sulla base di parametri che certamente non possono essere affidati alla discrezionalità dell’amministrazione comunale di turno […] né possono rischiare di essere arbitrari, come oggi di fatto nella maggior parte dei casi avviene>>. I comitati accusano proprio quel carattere “arbitrario” dell’operato delle amministrazioni comunali, in quanto in altre realtà i cittadini sono stati messi davanti a delle soluzioni concrete.

È il caso del Comune di Chieti in cui nell’anno 2014, l’assessore ai lavori pubblici Mario Colantonio afferma che <<l’amministrazione comunale ha preso atto delle difficoltà avanzate da molteplici cittadini che hanno visto aumentare le tassazioni su terreni originariamente agricoli salvo poi essere inseriti in comparti edilizi di grande dimensione che, agli effetti giuridici rendevano i terreni edificabili anche se, in pratica, non consentivano edificabilità diretta ai piccoli proprietari ma, in un certo senso, riservavano il privilegio alla grande imprenditoria>>. L’Assessore riconosce che le cose nel tempo sono cambiate, in città si costruisce sempre meno e gli investimenti dei grandi imprenditori latitano vista la situazione economica generale; di conseguenza, i proprietari di terreni non sanno che farsene di appezzamenti spesso di superfici ridotte ma ricompresi in estesi comparti edificabili. Per questo motivo, il Comune di Chieti ha dato la possibilità ai suoi cittadini di fare istanza di retrocessione dei terreni, da edificabili ad agricoli, una richiesta poi accolta dal Sindaco attraverso la predisposizione di un’apposita variante al Piano regolatore generale approvata dal Consiglio comunale.

Il Comune di Chieti ha reso possibile la retrocessione in una zona come quella di Chieti Scalo, invece a Grottaglie, Vasto, Osimo, e Ripalimosani questo non può avvenire secondo l’amministrazione comunale. Nonostante tutto, da diverso tempo alcuni proprietari terrieri hanno lo stesso avanzato richiesta di retrocessione, protocollata e con firma autenticata dal Segretario comunale, in attesa che venga presa in considerazione.

I membri dei comitati ringraziano l’Onorevole Cassese per l’interesse che rivolge alla questione e concludono con le parole, sempre attuali, di Sandro Pertini “Non può esserci libertà senza giustizia sociale e non può esserci giustizia sociale senza libertà.”