di Pietro Tonti
Un processo di destrutturazione per il Molise è in corso da almeno tre lustri. In maniera silente la Regione ha perso praticamente la maggioranza dei presidi che un trentennio fa ci permettevano di poterci considerare una regione autonoma.
L’accorpamento istituzionale ad altre regioni è evidente, dal Comando dei Carabinieri accorpato all’Abruzzo, alla perdita di presidi di pubblica sicurezza della Polfer, della Polpost; passando per le Poste Italiane che oramai dipendono da Bari, uffici periferici che chiudono nei paesi, ma anche le sigle sindacali oramai come la CGIL si parla di Abruzzo e Molise. Tutto sotto l’egida della riduzione dei costi, ma nella verità effettuale è solo una questione aritmetica, come lo è nella sanità e nelle leggi ad esse legate come la Balduzzi. Per poco meno di 300 mila abitanti per il Molise, diventa estremamente complesso portare avanti lo status di regione.
Ne sono consapevoli anche i nostri rappresentanti in Consiglio regionale, i quali oltre a ratificare disappunti con ordini del giorno e mozioni, senza peso specifico, destinati a restare tali dopo il voto in aula, devono giustificare la loro presenza istituzionale, la quale talvolta appare iniqua e tardiva.
Ad avvalorare questa premessa è l’ordine del giorno approvato all’unanimità ieri in Consiglio regionale a firma dei Consiglieri Di Lucente, Niro e Micone (da quest’ultimo illustrata all’Aula), avente ad oggetto “Impegno al fine di tutelare la presenza del Comando Militare del Molise”.
L’Assemblea, preso atto che la legge 31 dicembre 2012 ha generato un nuovo disegno dello Strumento Militare nazionale, al fine di realizzare un apparato di difesa finanziariamente più sostenibile e improntato ai principi di efficienza ed efficacia operativa. Tale disegno ha comportato che “il Comando Militare Esercito Abruzzo, entro il 31 dicembre 2018, è stato riconfigurato in ragione della rideterminazione e razionalizzazione delle relative attribuzioni conseguenti alle soppressioni del Comando Militare Esercito Molise e del Centro Documentale.
Nel frattempo non sono sopraggiunte proroghe o revoche delle suddette disposizioni di legge, tanto da aver comportando l’accorpamento del CME Molise a quello dell’Abruzzo, adesso denominato CME “Abruzzo-Molise”, con sede all’Aquila, con il Comando abruzzese che ha assunto le competenze di quello molisano.
Si rileva quindi che i presìdi dello Stato sul territorio sono fondamentali per consentire ai cittadini di sentire le istituzioni vicine e per aumentare il grado di sicurezza percepita. Pertanto si impegna il Presidente della Giunta regionale affinché: – intervenga presso il Ministero della Difesa affinché venga tutelato un presidio fondamentale per la Regione Molise; – chieda un riequilibrio territoriale affinché il Molise non sia l’unica regione penalizzata dal riordino dello Strumento Militare nazionale.
Un provvedimento che sa di impotenza, reminescente, come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.