L’ha definita la madre di tutte le battaglie. Contro gli inciuci, i conflitti di interessi, lo svuotamento della sanità pubblica a favore di quella privata col sistema dei vasi comunicanti. Danilo Leva apre la sua campagna elettorale con la forza della passione.

La passione di far parte di uno schieramento, Liberi e Uguali, unico baluardo contro lo deriva di un Pd che ha cambiato pelle e volto, disconoscendo in toto i valori del centrosinistra. Il deputato – affiancato dai candidati di Leu al Parlamento, Gianmaria Palmieri, Michele Durante, Oreste Campopiano, Nicola Palombo e Giusy Occhionero – ha lanciato da Isernia, in una Sala Convegni della Provincia gremita per l’occasione, la rincorsa agli avversari politici. Ai Cinque Stelle, “che in questi anni di opposizione in Regione non hanno fatto nulla per la sanità pubblica. Ma sono i singoli che fanno la politica, non il brand del partito della rabbia”. Al Pd, “che ha fatto propri i modelli di chi, come Marchionne, paga le tasse in Lussemburgo, o di altri, come Colavita, che ha le sue aziende a Pomezia”. E, soprattutto, al centrodestra, “dove i conflitti di interesse sono diventati motivo di forza e vengono ostentati con fierezza”.

Leva ha poi fatto un parallelismo tra gli insuccessi del governo Renzi – dalla Buona Scuola al Jobs Act – e quelli del governo Frattura. “A livello nazionale – ha spiegato l’onorevole – su 497mila nuovi contratti di lavoro stando ai dati ISTAT, ben 450mila sono a tempo determinato, pari a 8 su 10. Questo è il Jobs Act. A livello regionale, invece, la privatizzazione del sistema sanitario, l’assenza di politiche industriali di sviluppo, la perpetuazione di politiche clientelari, le nomine in modo scientifico di persone di centrodestra negli enti sub regionali e nei posti chiave dell’amministrazione regionale, l’assenza di una politica energetica capace di tutelare l’ambiente, sono tutte scelte che hanno rilegittimato il centrodestra”.

Forte anche un passaggio sulla legge elettorale. “Il voto dato al Pd e ai Cinque stelle è un voto buttato – ha sottolineato – Non hanno la forza di essere un modello alternativo al centrodestra. Il voto utile, invece, è una cantilena che non incanta nessuno, poiché il Rosatellum è un imbroglio, che fa mettere insieme i gruppi di potere, costruendo accrocchi elettorali per raccattare un po’ di consenso sul territorio. La prova dell’inciucio? il Pd a Isernia mette uno dei candidati più deboli che possono esserci e il centrodestra ricambia il favore a Campobasso. È uno scambio sugli uninominali”.

“Queste persone – ha concluso con fervore Leva – hanno pure il coraggio di dire che loro sono il futuro, dopo aver fatto perdere in dieci anni il 17 per cento di PIL. Chi ha causato questo disastro è in campo: Iorio, Facciolla – il sodale di Frattura – e Pietracupa, noto come il cognato di Patriciello. A questi signori ricordo la storia della nostra città, quando qualcuno con strafottenza candidò la sorella a sindaco di Isernia e le persone libere ebbero un moto di reazione e dissero di no. Penso che chi ha fatto lo stesso col cognato farà la stessa fine”.

 

L’Ufficio Stampa