Isernia – Il Sindacato Autonomo CSA rende noto che per conto del Comitato Cantonieri della Provincia di Isernia, l’ex precario Sig. Adolfo Valerio ha inoltrato un appello al Presidente della Repubblica e al Capo del Governo dove rappresenta il dramma sociale che stanno vivendo i predetti ex cantonieri precari a seguito del rifiuto da parte del Presidente della Provincia di Isernia di provvedere alla loro stabilizzazione nonostante ci sia bisogno di tale mano d’opera per la manutenzione delle strade e per il piano neve.

Si allega la lettera – appello – dove si rappresenta in modo compiuto tutta la vicenda, ricordando che il Sindacato CSA continuerà in questa battagli al fianco dei lavoratori per ottenere la loro stabilizzazione.

 

Il Coordinatore del CSA

(Feliciantonio Di Schiavi)

La missiva indirizzata al Presidente della repubblica:

Al Presidente della Repubblica

ROMA

LETTERA PUBBLICA

 

<<Illustrissimo Presidente,

 

faccio parte di un gruppo di 34 ex cantonieri precari e part time che per anni ha provveduto alla manutenzione stradale per conto della Provincia di Isernia degli 866 km di sua competenza, sia in inverno che in estate, togliendo la neve, spargendo il sale, pulendo le cunette, sfalciando l’erba dalle sedi stradali, segnaletica verticale ed orizzontale guidando i mezzi speciali per questi lavori

acquisendo esperienza, alcuni di noi addirittura ventennale. Spesso eravamo costretti ad operare anche senza l’ente ci garantisse mezzi compitamente idonei e sicuri.

 

Ho lavorato, con i miei colleghi, con questi contratti precari per circa quindici anni, part time e con paghe misere per dei padri di famiglia, che vi lascio immaginare.

Abbiamo fatto corsi di aggiornamento e, nel 2007, un concorso pubblico con conseguente graduatoria di idonei – tuttora valida – dalla quale per tutti questi anni sono stati attinti i lavoratori da impiegare per tale essenziale servizio, sia pure sempre in modo precario.

Abbiamo sempre risposto con prontezza estrema a chiamate dovute a nevicate improvvise, persino lavorando a volte senza contratto (situazione anomala che peraltro si verificava a nostra insaputa).

Sennonché, nonostante tale servizio essenziale necessitasse continuamente della nostra opera, dopo l’ultimo contratto scaduto il 31 marzo 2015, vi fu una inspiegabile interruzione di tali rapporti lavorativi, peraltro con i conseguenti drammi sociali per noi e le nostre famiglie e per lo stesso servizio rimasto carente e scoperto.

Seguirono incontri tra noi, l’ente Provincia e la Regione Molise: il primo diceva di non avere le risorse, il secondo che invece aveva erogato i fondi. A prescindere dal fatto se uno dei due mentisse, pareva comunque strano che la Provincia, avendo come funzione fondamentale proprio la manutenzione delle strade e il piano neve e vari milioni di fondi vincolati allo scopo, non avesse tali risorse (come hanno dimostrato carte alla mano i nostri portavoce, si trattava di stanziare poco più di 300 mila euro in un anno intero su un bilancio corrente di 17 milioni di euro, peraltro considerando che noi non eravamo neanche impiegati per l’intero anno e dunque la spesa era anche inferiore a quella annuale suddetta).

Così fummo costretti a rivolgerci a un legale per tutelare i nostri diritti di operai prima sfruttati per anni poi “gettati in mezzo alla strada”; anche perché c’era un determina di proroga dei detti contratti fino a dicembre 2015 del tutto illegittimamente disapplicata .

Come risultato di questa prima iniziativa di lotta abbiamo ottenuto un contratto per il mese di dicembre 2015 prorogato fino al 31 marzo 2016, visto che eravamo in piena stagione invernale a riprova che serviva la nostra presenza.

Da allora non abbiamo più lavorato, nonostante sit in permanenti sotto il palazzo provinciale, iniziative e mobilitazioni pubbliche varie da parte del “Comitato Operaio cantonieri precari della provincia di Isernia Osvaldo Pallotta” (intitolato ad un compianto nostro collega che purtroppo non  è più in vita).

Ancora oggi ci stiamo battendo per non gettare al vento tanti anni di sacrifici ed abbiamo come dire aggiornato la nostra vertenza alla luce della possibilità della stabilizzazione data dalla recente “legge Madia”: se da un lato noi abbiamo infatti tutti i requisiti legali per la stabilizzazione,  dall’altro la Provincia di Isernia ha l’obbligo di garantire un servizio fondamentale come la manutenzione stradale e il piano neve e di adeguare allo scopo il fabbisogno del personale.

In tutta sincerità, però, abbiamo “la sensazione” che il fatto di esserci rivolti a un legale per la legittima tutela dei nostri diritti e successivamente ai sindacati (il Sindacato Autonomo CSA Molise tra essi ha raccolto tale nostra esigenza), abbia maldisposto nei nostri confronti in  particolare il Presidente e qualche apicale della sfera gestionale; sensazione che aumenta dopo alcuni colloqui informali avuti sia con l’apicale geometra del settore tecnico sia con il Presidente in carica il cui succo per quello che noi abbiamo inteso è il seguente: “siamo stufi dei vostri ricorsi voi andate a casa e al vostro posto prendo i privati”.

Almeno questa è la nostra interpretazione dei loro umori nei nostri confronti, ma speriamo sempre di sbagliarci, perché come l’illustre Presidente adito ci insegna, in base all’art.97 della Costituzione la pubblica amministrazione deve improntarsi ai principi  di imparzialità e buon andamento degli uffici.

Ed invero  lor signori hanno cercato sempre un cavillo che a loro dire “vietava” la nostra assunzione: immaginifici pareri negativi della corte dei conti e della funzione pubblica, che erano del tutto inesistenti o riferito ad altre fattispecie, come hanno dimostrato i nostri portavoce durante la vertenza; così per la “mancanza di leggi e di fondi”, tutte situazioni smentite da chi ci sostiene

dall’inizio di questa battaglia per i nostri diritti.

Quello che più ci fa rabbia è che la nostra è una professionalità indispensabile in questo periodo, e che comunque ci sarà bisogno di altro personale oltre ai dieci di ruolo attualmente in forza.

Allora perché affidarsi a privati quando si ha del personale formato alle strette dipendenze dell’ente e in grado di effettuare tutti gli interventi necessari alla manutenzione continua delle strade? Con costi minori ed efficienza maggior come dimostrato più volte atti alla mano durante la vertenza ?

Da marzo 2016 abbiamo provato in tutti i modi a farci ascoltare, per due mesi abbiamo fatto un sit-in davanti alla sede provinciale, ci siamo rivolti al prefetto, al vescovo, al sindaco di Isernia e al Presidente dell’ANCI Molise, alla stampa locale, ma senza ottenere risultati; ed anzi anche i sindacati confederali che all’inizio sembrava ci appoggiassero ci hanno invece abbandonato.

Gli unici rimasti a sostenere al nostro comitato intitolato ad un nostro collega che tanto si batteva e che purtroppo come  detto è mancato, sono il Coordinatore del Sindacato Autonomo CSA/F.I.A.D.E.L. Sig. Feliciantonio Di Schiavi, il Coordinatore Regionale del P.C.L. Dr. Tiziano Di Clemente ed il nostro portavoce Sig. Emilio Izzo che è al fianco di molti lavoratori.

Insieme a questi sindacati e associazioni il 22 novembre scorso abbiamo tenuto un incontro con il presidente della Regione Molise Frattura: ha preso atto del fatto che grazie alla legge Madia c’è la possibilità di essere stabilizzati presso la Provincia di Isernia che a tal fine avrebbe indetto un tavolo tecnico entro il 20 dicembre alla presenza del presidente della Provincia, per far presente che è meglio puntare ad una manutenzione ordinaria piuttosto che dover affrontare i danni conseguenti eventi eccezionali. E dunque prospettava anche un’aggiunta di risorse regionali (oltre a quelle provinciali) proprio come forma di investimento.

Purtroppo ad oggi questo non è ancora successo e il presidente della Provincia continua a dire che le province non rientrano nella legge Madia, senza dirci in quale articolo della Legge Madia prevedesse tale esclusione (infatti non esiste).

Ed è chiaro che se si continua in questo stallo la possibilità di vederci inclusi nel fabbisogno triennale 2018-2020 si allontana.

Caro Presidente della Repubblica, io sono vicino a compiere 50 anni e perdere anche questa occasione lavorativa mi aggiungerà alla lista di quelli troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per lavorare. La disoccupazione giovanile è un problema, così come non è facile vivere per chi si ritrova ingiustamente senza lavoro alla nostra età dopo anni di sacrifici e di precariato, peraltro per un servizio essenziale alla collettività locale che rimarrà scoperto o comunque carente.

 

Del resto, non si comprende cosa ci  stia a fare un ente come la Provincia se non ha il numero di operai cantonieri sufficiente alla sua funzione fondamentale né si comprende cosa amministrino in effetti con tutto quell’apparato dirigenziale e burocratico.

 

Sono talmente amareggiato che la mia esperienza professionale maturata in questi anni, a costo anche della vita quando ti trovi a manovrare mezzi speciali fra cumuli di neve, notte e giorno per ore e ore senza sosta, venga buttata alle ortiche per quello che ormai penso sia un puntiglio personale del Presidente e di qualche suo burocrate fiduciario.

Non si può permettere che un semplice operaio metta in discussione delle scelte e che possa difendersi contro quella che sembra una prepotenza. Prima c’era la possibilità di prorogarci i contratti in base ad una norma speciale e il Presidente si è rifiutato di applicarla. Ora ho visto quest’altra possibilità, finalmente una legge di stabilizzazione che poteva allontanare il baratro in cui mi sento precipitare: cosa farò senza il mio lavoro ? Chi mai mi darà un’altra possibilità alla mia età ? Lo so che Lei non ha la bacchetta magica, ma ha l’autorità di chiedere almeno di capire come stanno realmente le cose, quella sì.

Magari nel frattempo la situazione si sistema, ma credo sia difficile se nessuno ci ascolta veramente, e se incredibilmente dovesse succedere chiedo scusa se vi ho preso del tempo.

Intanto mi permetta di esprimere la grande stima che ho per la Sua persona e di porgerVi i miei modesti Auguri di Buon Natale e Buon 2018.>>

 

Lì, 23/12/2017

Adolfo Valerio