Caro “Babbo Natale”,
sono un bambino di 72 anni, che ogni anno voleva chiederti un regalo: purtroppo, non sapevo sceglierne uno, ma in questi ultimi anni in me si è risvegliato con tanta inquietudine questo desiderio. Tu, prima di tutto, mi devi scusare se negli anni precedenti l’ho chiesto prima a Dio e, poi, anche a Gesù.
Dio non mi ha ascoltato, perché ormai ha lasciato questo mondo, quasi addolorandosi di avere creato l’uomo, e neanche Gesù è riuscito a controllare questo essere, in maggioranza, purtroppo, ingannevole, irresponsabile e cieco, fino al punto di credersi il padrone del mondo.
Gesù senza Dio non sa come comportarsi, perché, tra l’altro, in Paradiso ha tanto da fare per controllare l’uomo, che anche in quel luogo eccelso cerca di barattare il suo posto con i nuovi arrivati. Ora che non c’è più Dio, non ce la fa più neanche Gesù.Perciò mi rivolgo a Te, carissimo “Babbo Natale”: vorrei che quest’anno facessi riposare le tue renne nella loro stalla. Prendi, piuttosto, un aereo e vai a visitare quei bambini che non hanno più le mani e le gambe, e, inoltre, quelli trucidati dall’immenso arsenale bellico, con cui i cosiddetti “grandi” della terra si divertono a giocare, ignorando le persone indifese.
Quali colpe hanno quei bambini, che sono privi degli arti e non possono più camminare, con conseguente e grave indigenza, visto che, quasi sempre, nessuno può procurare a loro il cibo?
Io speravo, da illuso, che quest’anno non si verificassero altre guerre, e, invece, ce ne sono state tante, giacché non manca sempre qualcuno, che si annoia, stando dietro una scrivania, e, pertanto, chiama l’amico di un altro Stato e dice: “Senti, oggi provo gran tedio, e, per divertirmi, voglio sganciare con i miei aerei alcune bombe in quel piccolo paese; non se ne accorgerà nessuno, poi, l’anno prossimo ci vai tu, cosi lavoreranno di più le nostre fabbriche, e, tanto meno, se ne accorgerà il resto del mondo, in cui si pensa da parte di alcuni solo a comprare pellicce per le rispettive signore, alle quali,anzi, mandiamone qualcuna, in modo da tenerle occupate”.
E, invece, o buon “Babbo Natale”, agli altri bambini, se ascolterai il mio invito, potrai insegnare che il Natale si può vivere dignitosamente, anche senza regali, perché il più bel dono, che si possa fare, consiste nel dare tanto amore e, perché negarlo?, anche un piatto di pasta. Questo dovrebbero fare i “grandi” della Terra, non dimenticando, infine, che non ha importanza il ceto sociale, perché i bambini sono tutti uguali.
Un abbraccio, ovunque tu decida di andare, o “Babbo Natale”!
Giovannino Renzullo