di Claudia Mistichelli
I nostri grandi statisti di Governo, bravi al tal punto da premiarsi con lauti stipendi e vitalizi, per pareggiare il bilancio da presentare all’Europa e, prevenire una crisi isterica della Merkel, a causa del nostro deficit, hanno previsto l’aumento delle accise sulla benzina. E’ il 18° aumento di accise sui carburanti, ormai questa pratica è diventata maggiorenne.
La cosa strana e assurda allo stesso tempo è, che solo 3 centesimi, coprirebbero le spese stanziate ed aggiuntive per il terremoto, quindi il nostro bilancio sarebbe a posto. Una domanda ci sorge spontanea: se con una sommetta così irrisoria, spesso da non considerarla neanche quando ci danno il resto, si pareggia addirittura un bilancio di Stato, come mai con tutti i miliardi di tasse che l’Italia incamera ogni anno, siamo sempre in crisi?
Di solito, sotto elezioni, i soldi si trovano per le strade, sanità, bonus sociali, cassa integrazione o per recuperare posti di lavoro. Una volta eletti, però, ci vuole un anno per assestarsi, un altro anno per capire chi comanda, un altro per assegnare le poltrone, un altro per le nuove tasse e l’ultimo anno per le promesse in vista delle imminenti elezioni.
Il Molise, intanto, si gioca l’asso nella manica, la diminuzione di Irpef e Irap. Le percentuali di sconto varieranno in base al reddito e saranno applicate immediatamente, visto il parere favorevole del Ministero delle Finanze.
Prendendo come esempio chi ha un reddito fino a 15 mila euro, l’aumento mensile in busta paga, sarà di circa 4 euro. Allora facciamo due conti: Ipotizzando che questo soggetto spende un minimo di 200 euro di carburante al mese e, dividendo questo importo per un prezzo medio di 1,50 euro di benzina, il risultato è 133 litri.
Moltiplicando 133 litri di benzina per l’aumento di 3 centesimi di accise, il totale è di 3,99 euro. Conclusione, tutto il risparmio Irpef e Irap di un molisano se ne va in accise. Ricordiamoci sempre che “Le promesse di ieri sono le tasse di oggi.” (Mackenzie King)