La tracotanza dell’automobilista una volta a confronto col ciclista : “ … Non ho voglia di parlare con te ! “, l’incredibile risposta dell’uomo al ciclista.
Prima di tutto un suggerimento: fate attenzione a dove andate, perché sulle nostre strade sfrecciano “bombe” micidiali, ossia auto lanciate a velocità folli, guidate da giovani privi del senso di responsabilità ed insensibili a qualsivoglia richiamo o suggerimento.
La storia che segue, raccontata da chi suo malgrado è rimasto coinvolto nell’episodio per fortuna senza riportare conseguenze, è sintomatica dei tempi che si vivono. “Premesso che la stragrande maggioranza dei giovani denota ottimo senso civico e porta rispetto verso il prossimo, e che quindi il discorso che segue non va affatto generalizzato bensì circoscritto a determinati individui cui evidentemente mancano i fondamenti della civile convivenza o sono alterati per altri fattori, -inizia la testimonianza di un ciclista venafrano- in uno di questi ultimi pomeriggi inforcai la bici e mi avviai tranquillamente per la pianura, inoltrandomi lungo il rettilineo che porta alla località “Madonnella”, una lingua di asfalto di circa 2mila metri che conduce a sud dell’abitato cittadino. Esperto ed accorto per natura pedalavo sulla mia destra e pregustavo la bella e piacevole ora di sport nell’accogliente pianura venafrana. Quand’ecco, all’improvviso, venni raggiunto da un’autentica “bomba” su gomma, che mi sfrecciò a pochi centimetri da spalla e braccio sinistro procedendo a velocità sostenutissima ed abbondantemente non consentita su una statale. Un bolide autentico la cui andatura di certo superava i 200 km. orari !”. Il prosieguo della storia : “Venni letteralmente spostato dalla furia del vento prodotta da quell’auto di grossa cilindrata e di colore nero condotta a velocità incredibile, ed a malapena riuscii a restare in sella senza cadere, mentre la vettura sfrecciava via senza rallentare! Rimasi un attimo interdetto per quanto appena accadutomi, restando a guardare il bolide che era già lontano 500 mt. da me. Avrei voluto fare qualcosa, ma ero impotente. Poi, guardando bene in fondo al rettilineo, là dove c’è un’edicola votiva dedicata alla Vergine, notai che la “bomba”, il bolide nero impazzito svoltava in un’attività artigianale della zona. Presi allora a pedalare di buona lena per raggiungere quell’automobilista e parlargli. Cosa che accadde, proprio mentre lo sconosciuto stava per lasciare l’attività artigianale. Raggiuntolo misi piede a terra, l’automobilista capì subito che ce l’avevo con lui, si fermò a sua volta ed abbassò il vetro del finestrino. “Ma ti rendi conto di come procedevi e di cosa hai combinato ?” , gli chiesi con tono deciso. “Si, d’accordo … -fece candidamente e sicuro di se l’automobilista, un giovane dai 30 ai 35 anni- ma non ho voglia di parlare con te !”. E fece per andarsene ! Di rimando ancora più esterrefatto replicai, “Hai ragione, non perdere tempo con uno come me, ma mi raccomando vai più piano perché puoi far male agli altri, cosa questa abbondantemente prioritaria …”. L’impaziente … “pilota” a quel punto non replicò, mi guardò in silenzio mentre continuavo a fissarlo serio da vicino, alzò il vetro del proprio finestrino e sfrecciò via, ovviamente a velocità ancora una volta sostenuta”. A margine della vicenda, la domanda conclusiva : premesse tracotanza, diseducazione e superbia del giovanotto, pensate voi che quegli abbia capito qualcosa una volta incassata la lezione di vita dal ciclista?
I dubbi persistono e sono anche tanti ! Perciò attenzione gente, perché in giro ci sono soggetti del genere e si possono correre rischi seri !
Tonino Atella