di Pietro Tonti

È una colpa, per le vittime sotto le macerie del crollo, non essere usciti di casa dopo due scosse di terremoto molto forti che seguivano uno sciame sismico che durava da mesi: è un passaggio della sentenza in sede civile del Tribunale dell’Aquila riferita al crollo di uno stabile in centro del capoluogo abruzzese nel sisma del 6 aprile 2009 in cui morirono 24 persone sulle 309 complessive.

A darne notizia sono i quotidiani ‘Il Centro’ e l’edizione abruzzese de ‘Il Messaggero’.

Una sentenza definita “choc” dall’Ansa, ma che apre uno scenario tutto diverso dal punto di vista delle responsabilità.

Fino a oggi l’INGV, la Protezione Civile, in primis i Geologi, ci informano che prevedere i terremoti è impossibile, come prevedere in seguito ad uno sciame sismico scosse fortissime e distruttive.

In base a quale criterio, si è emessa una sentenza così particolare che addossa alle vittime la responsabilità di aver dormito in casa, per poi perire sotto le macerie?

Non ci risulta che le autorità preposte alla sicurezza dei cittadini abbiano diramato un comunicato, una informativa, attraverso i mezzi di diffusione di massa all’Aquila per intimare alla popolazione di non dormire in casa per il rischio sismico in corso, anzi ci risulta tutto il contrario, ovvero le autorità di Protezione Civile rassicuravano i cittadini come comprova una sentenza di tutt’altro tenore (Fonte Il Fatto Quotidiano in data 14 maggio 2022):

<<Terremoto L’Aquila, “morì sotto le macerie dopo le rassicurazioni in tv della Protezione civile”: Palazzo Chigi deve risarcire la famiglia

Refik Hasani, 44enne di origini macedoni, perse la vita nel sisma del 6 aprile del 2009: aveva ascoltato in tv un’intervista all’allora vicecapo della Protezione civile De Bernardinis. Il tribunale: “Per quelle parole ascoltate in tv la vittima abbandonò le cautele adottate in precedenza e rimase a casa nonostante le scosse precedenti a quella più forte”>>.

La sentenza di ieri ribalta questa precedente e scarica sui cittadini la responsabilità di essere rimasti in casa a dormire; come se ad un evento di questo tipo ci possa essere un libero arbitrio di scelta responsabile. Le autorità, non potevano fare altro che rassicurare i cittadini (anche in questo caso forse eccessivamente fuorviante, data l’imponderabilità degli eventi sismici, una informazione decisa nel senso della rassicurazione a qualunque costo?).

Comunque, nessuna autorità, alla luce delle notizie scientifiche in tema sismologico, si sarebbe sognato, o si sognerebbe anche oggi, di intimare ai cittadini di non dormire nelle abitazioni, in quanto nella nottata potrebbe verificarsi un terremoto distruttivo, questo è fuori dubbio.

La sentenza apre ad una profonda riflessione sulle responsabilità, destinata ad alimentare dibattiti e polemiche nei prossimi mesi.