La UIL Molise da mesi evidenzia criticità rispetto al sistema della formazione professionale e sulla sua gestione approssimativa e superficiale, a causa di uffici sempre più sguarniti e della mancanza di una minima gerarchia che governi quel settore, strategico.

L’ultimo allarme che raccogliamo e che vogliamo render pubblico è quello lanciato da 10 sindaci di comuni basso-molisani, che sono riusciti ad avere l’interessamento della Presidenza della Repubblica che ha chiesto al presidente Toma, attraverso il Prefetto, di attivarsi per dare una soluzione alla situazione di 30 ragazzi privati del diritto di istruzione.

30 giovani, in età di obbligo scolastico (14-18 anni) che intendono frequentare un corso triennale professionale nel settore dell’artigianato, per assolvere il diritto-dovere di istruzione e per prepararsi ad entrare nel mondo del lavoro, sono stati lasciati senza scuola poiché il corso da loro scelto non è stato finanziato dalla Regione Molise.

Come noto la legge prevede che ci siano “percorsi professionalizzanti” al di fuori di quelli scolastici classici, messi in campo dagli Enti di Formazione che permettono che l’obbligo scolastico possa essere assolto attraverso questi percorsi. Una pratica utile, che permette a ragazze e ragazzi comunque di ricevere una formazione specializzata su particolari settori, propedeutica all’avvio di una professione o addirittura di un’impresa, possedendo una qualifica.

In Molise, però, nonostante una situazione lavorativa drammatica e un’offerta variegata messa in campo dagli Enti, i corsi non partono o partono con ritardi vergognosi.

Da qualche anno infatti, decine di potenziali utenti si pre-iscrivono ai suddetti corsi, in attesa che la nostra Regione produca il bando e attivi le procedure per l’avvio degli stessi, che arrivano con puntuale ritardo, se tutto va bene.

Con quale risultato? Che mentre molti adolescenti vanno regolarmente a scuola, questi che attendono un corso restano a casa, senza un minimo di contezza sul futuro loro e con il rammarico delle loro famiglie che speravano in questa opportunità.

E oltre al danno anche la beffa, che ricorre spesso, in cui ci si ritrova dinanzi all’autorizzazione di corsi a cui viene permesso di partire, ma che non hanno iscritti, a danno di quelli con classi piene ma… lasciati al palo!

Eppure le risorse non mancano, se si considera tra l’altro che da quest’anno, i fondi utilizzati dalle regioni per finanziare i corsi di obbligo formativo provengono anche dal PNRR, che vincola le Regioni al raggiungimento di obiettivi predeterminati come ad esempio – in questo caso – il numero di allievi che si riescono a formare e che saranno oggetto di un serrato monitoraggio annuale da parte della governance istituita a livello ministeriale.

La UIL Molise continuerà a sollecitare la Regione anche su questo tema, spesso dimenticato e che invece dovrebbe essere prioritario in quanto riguarda opportunità a giovani, spesso in difficoltà.

Si lasciano senza speranza giovani molisani che hanno un sogno: quello di restare in Molise e avviare un’attività artigiana o manifatturiera piuttosto che emigrare.

Bisogna invertire la rotta e offrire opportunità ai ragazzi molisani che chiedono di restare e non finanziare corsi fantasma,  lasciando Enti e iscritti bloccati in attesa di una delibera che non arriva mai.