di Pietro Tonti

Si spera nell’arrivo della stagione autunnale e delle piogge, per dare sollievo alle popolazioni dei comuni basso molisani colpiti dalla siccità e dalla riduzione drastica dell’erogazione dell’acqua dai rubinetti. Montenero Di Bisaccia, Palata, Guglionesi, San Giacomo e Petacciato sono i comuni dove la carenza d’acqua in agosto e ancora oggi alla fine di settembre, senza precipitazioni meteo, ha costretto i sindaci a interrompere i flussi idrici di notte per consentire il riempimento dei serbatoi (quelli ancora efficienti).

Una situazione drammatica, dove non solo la siccità è la principale colpevole. Molise Acque da anni la programmazione per la manutenzione delle condotte, la fa solo sulla carta. Tubi vecchi di 50 anni, sia nel Molisano sinistro che in quello centrale necessiterebbero di nuovi impianti, non solo manutenzioni a spot dove ad ogni intervento, bisogna chiudere le paratie e nella riapertura la forte pressione provoca rotture in altri punti. Come fermare un foro in una diga con le mani.

Le condotte colabrodo del basso Molise disperdono una ingente quantità di risorsa idrica che nei serbatoi non arriva. Ad aggravare la situazione nel basso Molise c’è la questione criticità serbatoi, sempre di proprietà regionale attraverso Molise Acque, i cosiddetti funghi pensili che insistono in molti comuni tra cui Guglionesi, dove addirittura, in questo comune è pericolante, inagibile e da abbattere, ma non ci sono risorse economiche per costruirne uno nuovo.

Stessa situazione in diversi comuni del basso Molise dove per i lunghi anni di utilizzo tali serbatoi sono anche a rischio igienico, oltre ad aver subito lesioni per i terremoti recenti.

Insomma, la situazione è tutt’altro che rosea, aggravata dal fatto che Molise Acque continua ad avere una situazione debitoria fallimentare, nonostante la prima risorsa molisana è proprio quella idrica.

Un paradosso, riusciamo a fornire Campania, Abruzzo e Puglia con la nostra acqua e gli abitanti dei nostri comuni muoiono di sete.

A nulla sono valsi i circa 12 milioni di euro incassati dalla regione Campania per le pregresse forniture. Vanno solo di striscio a risanare quel mare magnum di debiti giunti a oltre 50 milioni di euro, che limitano qualsiasi azione, qualsiasi programmazione finalizzata a ristabilire il buon funzionamento delle varie condotte. Si spera nel miracolo dei fondi europei, chissà se qualcosa cambierà.