“Sono passati dieci anni, ma è come se ne fossero passati mille, oppure neanche mezzo minuto …”. E’ un significativo passaggio di “Caro amico” di Giambattista Faralli, lettera che è parte integrante del catalogo che accompagna la retrospettiva di Vincenzo “Cenzino” Ucciferri (1953/2007) a dieci anni dalla scomparsa del pittore isernino, le cui opere per volontà della vedova Paola e dei figli Jacopo e Marta sono tornate ad essere esposte nel centro della sua Isernia, dove resteranno sino al prossimo 15 maggio, ritrovando come d’incanto affetti e stima di tanti, mai svaniti nonostante il trascorrere del tempo. E sempre dal citato catalogo spazio a stralci di “La finzione del mondo.
I codici inquieti di Ucciferri” a firma di Tommaso Evangelista per dare l’idea dello spessore artistico, sociale ed umano del pittore pentro : “ L’arte di Vincenzo Ucciferri -scrive Evangelista- è cresciuta e si è formalizzata nell’indagine ossessiva della realtà isernina, arrivando a trasfigurare lo spazio e la complessità del reale attraverso una poetica ricca di punti di vista volutamente ambigui.
Il suo realismo è voluto essere una pura espressione pittorica e una testimonianza critica sul proprio presente individuale e collettivo. Il recupero critico dell’identità antica della pittura e la tensione strutturale ed etica hanno determinato un oggettivismo esente da ogni valenza retorica o celebrativa bensì sporco di vita e di lavoro, tormentato e trasognato, condensato nei dettagli e nell’accumulo apparentemente anarchico degli oggetti”.
Quaranta circa le opere di Cenzino esposte ad Isernia da Paola, Jacopo e Marta “perché la sua arte ci ha resi liberi” e particolarissimi taluni aspetti della retrospettiva, come le mani e i codici presenti nei lavori dell’isernino, le cui opere -si ricorda- sono in pinacoteche, musei d’arte e numerose collezioni private in Italia e all’estero. Di Ucciferri vanno segnalati l’olio su tela di grandi dimensioni (cm. 590 x 230) per la sala convegni della Camera di Commercio di Isernia e le tante opere dal titolo “Paleosuolo” esposte presso il Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache ad Isernia in occasione della Settimana dei Beni Culturali e Ambientali. Dello stesso artista è ancora vivo a Venafro il positivo impatto con l’opinione pubblica locale per l’apprezzata esposizione di suoi lavori nel chiostro di Sant’Agostino, centro storico della città, in occasione di un recente evento culturale di assoluto rilievo.
Tonino Atella