Campobasso. “La Regione dimentica i problemi dei sindaci. E’ come se i Comuni fossero in lotta con la Regione”: è la frase che mi ha detto un sindaco ieri durante un incontro sulle aree interne. Una frase che fa male per la sua realtà e che fa tanto riflettere. Perché spesso l’agenda delle priorità della Regione non è quella dei Comuni. Eppure il Molise è la somma dei suoi paesi. E l’80% di loro sono in aree interne e montane” spiega il consigliere regionale Andrea Di Lucente. Che, di incontro in incontro, tocca sempre più con mano una scollatura tra necessità del territorio e agenda di governo.
“I sindaci continuano a dircelo. I cittadini pure. Serve rimettere al centro della nostra azione di governo le aree interne e i loro problemi. Non ha senso farlo con azioni spot come il bando di residenza attiva. 30-40 persone ne beneficeranno, ma i problemi resteranno lì sullo sfondo. Belle anche le Snai, ma nel caso dell’Alto e Medio Molise (33 Comuni per quasi metà del territorio molisano coinvolto) a distanza di tre anni stiamo ancora alla bozza della bozza dell’intervento. E così i sindaci si sentono abbandonati e sfiduciati. Vorrebbero fare tanto, ma si trovano a combattere costantemente con la burocrazia. Spesso con la Regione stessa che non li ascolta” spiega l’esponente dei Popolari per l’Italia al termine di un incontro con i sindaci dell’area trignina.
“Dovremmo ricucire questo strappo con un ‘Piano C’, un piano dei Comuni. Ma anche un piano che entri in azione quando quello A e quello B sono naufragati. E siamo già a questo punto, purtroppo. Una sorta di Patto istituzionale che coinvolga l’intera filiera e che individui azioni serie dalle quali ripartire. E che sia veloce, snello. Perché tra 3 anni – ovvero i tempi che stiamo usando per redigere il piano della Strategia per le Aree interne – non potremo ancora parlare di misure da adottare. Dovremmo averle già individuate e avviate.
Il primo passo, quello su cui la I Commissione sta lavorando, è la revisione della Legge sulla Montagna, lo strumento attraverso il quale la Regione potrà sviluppare le politiche di sostegno alle aree interne, rimettendole al centro dell’agenda politica e avviando anche l’opera di ricucitura del rapporto con i sindaci e con gli attori economici e sociali che operano sul territorio”.