Si è tenuta questa mattina in Piazza Celestino V a Isernia la programmata iniziativa di informazione “…questo non è amore”. Nel giorno in cui tutto il mondo celebra l’amore, la Polizia di Stato sceglie di stare vicina alle donne offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta di donne e formata da personale di Polizia specializzato nei reati di genere, sia della Divisione Anticrimine, della Squadra Mobile, dell’UPGSP, di psicologi e addetti del centro antiviolenza di Rionero Sannitico (IS).

L’iniziativa è stata molto apprezzata da curiosi, passanti e persone che avevano bisogno di un consiglio o di un sostegno. Queste ultime sono state invitate a raggiungere gli uffici di via Palatucci, affinchè, in condizioni di tutela e di privacy, possano denunciare fatti di cui siano vittime o testimoni. La campagna è stata apprezzata anche dagli uomini che numerosi si sono fermati a scambiare opinioni e ad esprimere il loro giudizio sulla problematica della violenza di genere.

La flessione negli ultimi due anni dei delitti tipici in Italia (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile, ma perché l’esperienza di polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia. Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche, ma che è spesso il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l’isolamento.

Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino agli arresti domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.

In questa prospettiva si muove il protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) , procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare, attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso ostacolate dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterata. Nel 2017, primo anno di utilizzo del sistema, all’interno del protocollo sono state inserite 5137 segnalazioni