Dopo la diretta riservata alle scuole, ieri i laboratori aperti hanno rinnovato il dialogo tra scienza e cittadini. Protagonista l’Infrastruttura di Ricerca Europea Euro-BioIimaging

 

La ricerca è sviluppo, innovazione, cure migliori, qualità della vita, ricadute economiche. Un elenco lungo, ma non completo: la ricerca scientifica è anche, e soprattutto, una grande avventura culturale. In questi tempi difficili, ciò che ci deve preoccupare di più è proprio un arretramento culturale della società. La scienza può essere lo stimolo giusto per una curiosità infinita, la chiave per disegnare la società del futuro”.

 

Con queste parole il Presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa, sottolinea il ruolo che la Notte dei Ricercatori Neuromed ha assunto nel corso degli anni per i cittadini e per il territorio. Come in passato, anche l’edizione 2022 ha avuto al centro i giovani e le scuole. Giovedì mattina una diretta dai laboratori ha infatti portato nelle aule delle scuole del territorio la realtà dei laboratori, con i giovani ricercatori che hanno raccontato le passioni, le sfide e le difficoltà del mestiere della conoscenza. Sono state sedici le scuole collegate sulle pagine social dell’Istituto, centinaia gli studenti di Molise, Campania e Lazio, protagonisti del tour virtuale Neuromed.

 

La giornata di ieri, venerdì 30 settembre, ha poi visto un momento importante per le prospettive della medicina del futuro: il Simposio Internazionale sulla Diagnostica per Immagini Digitale, che ha rappresentato l’occasione per presentare la Rete Europea Euro-BioImaging, della quale fa parte la piattaforma Digital Imaging Multimodal Platform (DIMP), coordinata dal Dipartimento di Innovazione in Ingegneria e Fisica del Neuromed. Ospiti il professor John Eriksson, Direttore della ESFRI Euro-BioImaging, la dottoressa Linda Chaabane, Responsabile dell’area biomedica della Rete, ed esponenti del mondo scientifico, delle Università e delle Istituzioni. Le applicazioni e il futuro delle nuove tecnologie di diagnostica digitale, le frontiere che si stanno aprendo per la diagnosi sempre più precoce delle malattie. Ma anche l’occasione che la rete Euro-BioImaging rappresenta per i ricercatori europei. “Una rete – ha detto Chaabane – di 149 Centri che mettono a disposizione le loro tecnologie. Spesso le strumentazioni possono richiedere grandi investimenti, magari non alla portata di tutti i laboratori. Con Euro-BioImaging ricercatori di Paesi e discipline diverse possono utilizzare tecnologie che magari non hanno nelle loro strutture. E la rete li facilita anche sostenendoli per gli spostamenti nel centro prescelto”.

 

Le parole chiave di questa rete europea – ha detto Nicola D’Ascenzo, Responsabile del Dipartimento di Innovazione in Ingegneria e Fisica, che ha moderato l’incontro – sono interazione e cross-disciplinarietà. Sono idee, ma sono anche veri ‘strumenti’, a disposizione dei ricercatori per allargare i propri orizzonti. E sono anche parole che parlano di sogni, di prospettive che la scienza sta portando non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti i cittadini. È per questo che la presentazione di Euro-BioImaging nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori Neuromed rappresenta un tassello importante nel dialogo tra scienza e cittadini”.

 

Il messaggio che ci arriva dalla nostra partecipazione a questa prestigiosa rete – ha commentato Emilia Belfiore, Responsabile Ricerca e Sviluppo del Neuromed – è che la ricerca non ha confini. Ma non sto parlando solo di confini geografici, che possono essere varcati da giovani studiosi per sfruttare occasioni altrimenti difficili da avere. Sono anche i confini di settore, quelli che dividono le diverse discipline, che possono essere varcati per disegnare la scienza dei prossimi anni”.

 

I giovani presenti in sala hanno quindi potuto avere un panorama completo di una realtà scientifica in continua evoluzione. Ma la Notte dei Ricercatori è da sempre un momento per porsi domande più ampie. “Ai giovani – ha commentato il professor Luigi Frati, Direttore Scientifico dell’I.R.C.C.S. Neuromed – vorrei dire una cosa molto semplice: conoscere, studiare, impegnarsi non serve solo a costruire la propria carriera: è un modo di entrare nella complessità del mondo, una complessità mai da temere, ma da abbracciare”.

 

Infine, l’apertura al pubblico dei Laboratori Neuromed. Lo scambio, il dialogo, non più in sala ma a diretto contatto con i ricercatori. Giovani che hanno scelto una strada difficile e affascinante. E che questa strada l’hanno ancora una volta raccontata ai cittadini, chiamandoli a conoscere anche loro, ad esplorare le opportunità della ricerca. Per fare della scienza un patrimonio di tutti.