Quanto sta accadendo in Molise sulla legge a sostegno dell’editoria è un vero e proprio atto fascista. Tutti i sotterfugi messi in campo dal governo Frattura e da quanti, in Consiglio regionale, sostengono questi atti di vergogna e di violazione dei diritti devono essere denunciati a gran voce e non solo a livello locale. Motivo per cui è stata mia premura inviare quanto segue anche alla sottosegretaria Maria Elena Boschi con delega alle Pari Opportunità. Perché il principio appunto delle pari opportunità non si applica solo alle questioni di genere che vedono protagoniste le donne ma si estende anche ad altre forme di discriminazione come quella che sta subendo un’azienda storica del territorio regionale quale è appunto Telemolise. All’emittente televisiva, infatti, il governo a guida Frattura sta negando proprio una pari opportunità rispetto a tutte le altre aziende del panorama mediatico locale creando ostacoli alla partecipazione economica per ragioni, a questo punto devo dire, connesse al genere politico. Nella legge del 20 maggio 2015 numero 11, infatti, il governo regionale ha di fatto inserito al comma 3 dell’articolo 5 un paletto che recita testualmente: “Non possono accedere, altresì, ai contributi di cui alla presente legge i soggetti che hanno beneficiato, nell’anno precedente, di contributi, erogati allo stesso titolo da parte di qualsiasi altro ente pubblico, per un importo maggiore o uguale a 40.000,00 euro”. Orbene, tale paletto è stato inserito sapendo che alcune emittenti televisive usufruivano di fondi statali in base alla legge 448 del 1998 e tra queste solo Telemolise percepiva un importo superiore ai 40mila euro. La motivazione di tale discriminazione è da ricercarsi nella linea editoriale dell’emittente locale che dà lavoro ad oltre 50 persone, e quindi ad oltre 50 famiglie molisane. Una linea editoriale che il presidente della Regione Molise sapeva di non poter in alcun modo mettere a tacere perché basata sul principio che se un giornalista ha una notizia, bella o brutta che sia per il potere, questa va data perché i cittadini hanno il diritto di conoscere e di farsi liberamente un’opinione su chi li governa. A prescindere dalle posizioni politiche di ognuno, tale discriminazione artatamente costruita, è un precedente che nessuna istituzione democratica degna di tale nome può tollerare in virtù dei principi sanciti dalla nostra Costituzione.

Le componenti della Commissione per le Pari Opportunità – Regione Molise:

Angela Crolla

Marcella Del Gobbo

Michela Musacchio