La burocrazia blocca da 15 giorni in Nigeria la salma del 64enne geometra venafrano Giuseppe Oliveri del Castillo, capocantiere da 41 anni nel Paese africano e deceduto per un malore appena sceso dall’aereo

E’ deceduto per un improvviso malore il 25 aprile scorso appena sceso dall’aereo dopo il suo ennesimo viaggio di ritorno in Nigeria, dove da 41 anni in qualità di geometra lavorava come capocantiere, ma per questioni burocratiche – si attenderebbe l’emissione di un documento mancante – la sua salma continua a restare nel Paese africano e i familiari ancora non riescono a riportarla in Italia nonostante l’impegno e i continui contatti con la Farnesina, ossia il nostro Ministero degli Esteri. Ovviamente del caso è stata investita sin dal primo giorno anche l’Ambasciata Italiana in Nigeria, ma il corpo di Giuseppe Oliveri Del Castillo, questo il nome dell’italiano deceduto, continua a restare in Nigeria senza rientrare in Italia. E’ l’incredibile vicenda che stanno vivendo familiari e parenti dello scomparso, ammogliato con un‘italiana e padre di due figli. A raccontarla è il fratello Giulio : “Mio fratello lavorava da oltre 40 anni in Nigeria -spiega l’uomo- dove intendeva rientrare per l’ennesima volta sempre per lavoro nonostante la guerra civile lì in atto e le vicissitudini ultime vissute con l’azienda di cui era dipendente. Purtroppo però un malore improvviso l’ha colpito senza lasciargli scampo. Il suo corpo esanime è stato portato in un primo momento a Buggia e quindi a Logos, ex capitale nigeriana e distante 1.500 km. dal luogo del suo decesso. Il suo corpo, da quanto abbiamo appreso tra Farnesina ed Ambasciata Italiana in Nigeria con cui stiamo continuamente in contatto, sarebbe conservato in una cella frigorifera di un ospedale dell’ex capitale in attesa di poter rientrare in Italia. Intanto sono già trascorsi quindi giorni e non abbiamo notizie sugli sviluppi della vicenda. Da dire tra l’altro che il rientro della salma di mio fratello, il cui costo ammonta ad € 8.500, sarà a totale carico nostro, cioè di familiari e parenti, non riconoscendo alcunché lo Stato Italiano. Questi comunque sono fatti secondari, mentre la priorità è il rientro del corpo di mio fratello Giuseppe in Italia. A nome della famiglia chiedo che la vicenda giunga finalmente a conclusione e di poter far riposare quanto resta di mio fratello sul suo suolo di origine, l’Italia”.

Tonino Atella