di Claudia Mistichelli
” La Buona Scuola mette al centro l’autonomia scolastica dando gli strumenti finanziari e operativi ai dirigenti per poterla realizzare.
Le scuole avranno più risorse economiche: viene raddoppiato il loro Fondo di funzionamento. Ma anche più risorse umane: ogni istituto avrà in media 7 docenti in più per realizzare i propri progetti e per l’arricchimento dell’offerta formativa.
La legge prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano di assunzioni per la copertura delle cattedre vacanti e il potenziamento della didattica. Per gli studenti è prevista un’offerta formativa più ricca”.
Questa riforma, in poche parole, concede ampio potere decisionale ai Presidi degli istituti scolastici.
La scuola diventa una sorta di azienda in cui il Preside, oltre che a insegnare, deve occuparsi di mille altre cose: assegnare le cattedre, valutare gli insegnanti, gestire il denaro e le attività educative e burocratiche.
Insomma una specie di “supermanager” con una mole di lavoro e di responsabilità che richiede una persona fortemente preparata a tutto questo.
Ogni Governo sente la necessità di risanare il settore scolastico ed ogni volta sembra che ci si allontani sempre di più dalla meta. La scuola dovrebbe essere un luogo idoneo che, oltre ad insegnare, sia utile ad educare. Una fonte di energie positive che motivino i ragazzi verso il loro futuro.
Purtroppo, però, la maggior parte delle strutture sono fatiscenti (il Molise non fa eccezione) e gli insegnati demotivati a causa delle continue riforme e delle conseguenze scarsamente costruttive.
I fondi, sempre insufficienti, vanno ad incidere negativamente anche in settori importanti della scuola. Uno di questi è la diminuzione di insegnanti ed ore di sostegno.
La disabilità è un argomento molto delicato e dovrebbe essere affrontato con grande attenzione. L’inclusione di un bambino disabile in una classe è possibile solo se ci sono degli insegnanti che supportano quelli ufficiali.
Docenti preparati ed anche con una particolare propensione a questo tipo di insegnamento. E’ da esempio, per tutti noi, una maestra (bosniaca) che, avendo in classe un bimbo sordo, ha insegnato agli altri bambini la lingua dei segni, dando la possibilità a tutta la classe di comunicare con lui.
Una lezione di vita senz’altro utile alla crescita e all’educazione di questi futuri adulti. Ugualmente importante, per la formazione di un bambino, è lo sport. Troppo spesso, però, le discipline sportive vengono svolte in classe o in luoghi non idonei.
Purtroppo, da sempre, molte scuole non sono dotate di palestre e, con la scarsità di fondi a disposizione, raramente è possibile fare convenzioni con strutture private adeguate. In conclusione, la buona scuola dovrebbe essere un luogo sicuro e sereno, nel quale si insegna (oltre al resto) l’amore per il prossimo, per gli animali, per lo studio e per il lavoro.