di Claudia Mistichelli
Per gli italiani, i molisani, per chi stenta a condurre una vita dignitosa, per chi ha un lavoro precario, per chi sta male e non riesce ad usufruire della sanità pubblica, per chi viaggia in Molise ancora con la littorina, per gli studenti senza scuole, cosa gliene frega della scissione del PD?
Dopo la vittoria del no al referendum, secondo le dichiarazioni dei nostri politici, dovevano andare tutti a casa e l’Italia pronta per il voto. Invece, come spesso accade, hanno solo mischiato il mazzo di carte e sono ancora tutti (o quasi) ai loro posti.
Con una faccia tosta inenarrabile fanno quello che gli pare contro il volere del popolo. C’è un fermento che in realtà si traduce soltanto in un caos politico, una fretta di accordi che possano far intascare una vittoria certa.
Politici e amministratori che riempiono il web o le bacheche di comunicati stampa vuoti e inutili. Fino a oggi un silenzio assordante sui problemi dell’Italia e del Molise. Adesso, invece, tutti si indignano per i licenziamenti, per la sanità, per le strade rotte, la rete ferroviaria quasi inesistente. Ma soluzioni concrete nessuna.
A pochi mesi (si spera) dalle elezioni si ritorna in auge per cercare di occupare ancora una volta la poltrona, magari proprio la stessa occupata da anni o decenni. In questo momento le elezioni sono pericolose perché l’egemonia della sinistra è in bilico e, mentre la destra, come un vaso rotto, cerca di riappiccicare i cocci, i 5stelle resistono nonostante i colpi bassi.
Ma il timore più grande è quello che il popolo davvero sia al limite della sopportazione. Non basterà sguinzagliare i “bravi”, il referendum è stato una piccola prova. Molte persone che negli ultimi anni avevano deciso di non votare per delusione o per pigrizia, oggi sono pronte a prendere in mano una scheda elettorale.
I conti non tornano e previsioni in questo momento non se ne possono fare, quindi meglio allungare i tempi. E, mentre l’Italia muore, si pensa agli accordi per mantenere il proprio posto. Eppure la politica dovrebbe essere semplice: chi si candida viene votato e chi ha maggiori preferenze vince.
Invece no: proporzioni, conteggi strani, accordi occulti, quote rosa e, ti ritrovi persone sconosciute, mai votate o con pochissime preferenze, a governare l’Italia o le nostre Città. Ma tranquilli che rimarrete tutti nei libri di Storia, non certo per la bravura, ma per aver contribuito al periodo più buio della nostra Nazione.