di Andrea Capecce

Sabato 5 febbraio 2022, la delegazione regionale di Italexit, insieme ad un nutrito numero di iscritti e militanti, è stata presente, in piazza, a Roma, alla manifestazione indetta dal partito di Gianluigi Paragone.
Migliaia di cittadini accorsi da tutta Italia per dire basta alle misure liberticide del governo Draghi.

La posizione di Italexit è chiara: “occorre abolire il green pass e l’obbligatorietà vaccinale”.
Il green pass non può essere considerato un provvedimento sanitario. Semmai, ne è l’esatto opposto; è una misura anti-scientifica; è una disposizione che ha contribuito ad alimentare la diffusione dei contagi.

Alcuni esponenti della delegazione molisana di Italexit a Roma

Di fatto, se è vera la fattispecie che, in questi mesi, il cittadino non vaccinato, per poter lavorare, si è dovuto sottoporre obbligatoriamente al tampone, dimostrando, con tale atto, la propria non positività al Sars cov 2, e, contestualmente, i casi di positività sono aumentati nel paese, arrivando, nelle settimane scorse, a sfiorare quota 200 mila, ciò significa che, tale aumento dei contagi, è addebitabile ai cittadini vaccinati, positivi al Sars cov 2, che però potevano circolare sul territorio, perché provvisti del green pass.
Il lasciapassare è dunque una misura discriminatoria, perché esclude milioni di cittadini dalla vita sociale; e disastrosa per l’economia del paese, poiché implica l’impossibilità per milioni di cittadini di poter acquistare beni e servizi, causando un danno immane a scapito della piccola impresa.

Migliaia di persone in Piazza a Roma contro green pass e obbligo vaccinale

La contrarietà, invece, nei confronti della coercizione vaccinale, è giustificabile con il fatto che nessun cittadino può essere obbligato ad un trattamento sanitario che ha dimostrato, in questi mesi, avere un’enorme quantità di effetti collaterali gravi e finanche fatali.
Occorre cambiare strategia: abolire il protocollo “paracetamolo e vigile attesa”; istituzionalizzare le cure domiciliari precoci, per ridurre la pressione sugli ospedali; puntare su terapie alternative, come la cura del plasma iperimmune, che fu lanciata dallo scomparso dott. Giuseppe De Donno; e, come estrema ratio, nei casi gravi di sintomi da Covid, acquistare, come Stato, le dosi monoclonali, somministrandole a chi ne avrà bisogno.

È importante eliminare subito la burocrazia che si è venuta a creare in questi mesi; una burocrazia inutile che sta alimentando una dannosa pressione sugli ospedali, a partire dalla fatto che, i cittadini, senza alcun sintomo da Covid, e con tutt’altre patologie, vengano computati nel calcolo dei ricoveri da Covid, perchè risultanti positivi al tampone. Negli ospedali viene data la priorità a cittadini senza alcun sintomo, depotenziando l’attenzione che meritano le persone con altre malattie. Tutto questo non è minimamente accettabile.

Quella di Roma è stata la piazza di un popolo denigrato, umiliato, soffocato dal governo di Mario Draghi, cittadini che non possono prendere più nemmeno un mezzo pubblico.
È stata la piazza di chi ha avuto gli effetti collaterali a seguito del vaccino e di coloro a cui è stato sospeso lo stipendio: insegnanti, forze dell’ordine, operatori sanitari, over 50; persone che stanno finendo i propri risparmi, e che non sanno più come fare per poter sopravvivere. In Emilia Romagna, il coordinamento regionale di Italexit lancerà un fondo di solidarietà per i cittadini romagnoli che sono senza stipendio; si cercherà, a livello partitico, di espandere questa iniziativa solidaristica in tutte le regioni italiane.

Il partito di Paragone ha preso una posizione chiara sulle sospensioni dal lavoro: “escludere dal lavoro milioni di cittadini non vaccinati è una vergogna assoluta, degna di un paese antidemocratico e illiberale”. Significa, come ha detto sul palco l’avv. Marco Mori, “condannare indirettamente alla pena di morte milioni di persone”. I vaccini in questione non hanno eliminato la trasmissione del virus, pertanto, non esiste alcuna ratio giuridica che sottenda alla sospensione lavorativa.

È stata, inoltre, la piazza dei bambini, molti di questi esclusi dalla possibilità di fare sport, e discriminati a scuola perché non vaccinati; bambini catapultati troppo presto nel mondo dei grandi.

È stata la piazza che ha fischiato in massa chi ha tradito politicamente questo paese, a partire dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega di Matteo Salvini.
“Il voto di ognuno di noi è stato distorto; questa, avrebbe dovuto essere la legislatura anti-sistema”, ha chiosato Gianluigi Paragone nel suo intervento. Egli, con orgoglio, ha evidenziato la natura del suo partito: “siamo fieri di essere sovranisti e populisti; perché siamo dalla parte del popolo; e la sovranità appartiene al popolo, è questo ciò che dice la nostra Costituzione nel suo primo articolo”.

Per Italexit, occorre riprendere le leve di politica economica, a partire dalla sovranità monetaria e fiscale; monetizzare gli investimenti in favore della sanità pubblica, rilanciandola. Ritornare allo Stato imprenditore, socializzando gli asset strategici, in particolar modo la grande industria farmaceutica, con l’Italia che merita di avere una grande industria farmaceutica pubblica di Stato. L’obiettivo di un ipotetico governo a trazione Italexit, sarebbe l’attuazione pratica della parte economica della Costituzione italiana.

Le iniziative di Italexit, nelle piazze e sui territori, continueranno:
a Isernia, in data 11 febbraio, dalle ore 10.00, i cittadini molisani avranno la possibilità di recarsi in Procura, presso il Tribunale, per sporgere denuncia nei confronti del Premier Draghi, per la violazione dei diritti umani e delle libertà democratiche subite in questi mesi ad opera del suo governo.
Prossimamente, si coordinerà la stessa iniziativa anche nel Basso Molise, con i cittadini di Campobasso, di Termoli e dei paesi limitrofi.
Continuerà anche la petizione popolare con la raccolta firme contro la vaccinazione ai bambini.
La democrazia consiste nella tutela assoluta delle minoranze. Italexit intende essere la vera novità nel panorama politico nazionale, ponendosi come rappresentanza politica di un popolo minoritario, ma corposo, e che in questi mesi è stato ingiustamente oppresso dal governo nazionale ed escluso letteralmente dalla società.