Tempi da record per un Decreto legge che trasforma
la prevenzione sismica in una questione da ricchi
“A meno che non si paghino 20.000 euro di tasse all’anno,

il Sismabonus è diventato un’opportunità solo a vantaggio di chi gli interventi strutturali se li può economicamente permettere” dichiara l’Ing. Andrea Barocci Presidente di ISI – Ingegneria Sismica Italiana

 “Oltre all’allarme economico lanciato da Ance, il Decreto legge appena approvato permetterà interventi di adeguamento sismico esclusivamente a coloro che hanno capienza economica”
commenta l’Ing. Andrea Barocci Presidente di ISI – Ingegneria Sismica Italiana che prosegue “La
cancellazione dell’art. 121 del D.L. 34/2020, infatti, vede coinvolte anche le pratiche inerenti al Sismabonus.
Pratiche che auspichiamo tutti siano in grado di espletare per mettere in sicurezza le proprie abitazioni e per
far si che anche lo Stato riduca il proprio intervento economico dopo ogni terremoto. La cessione del credito
e lo sconto in fattura erano dunque un ottimo strumento per dare la possibilità anche ai meno capienti di
intervenire strutturalmente. Consideriamo, infatti, che l’80% del nostro patrimonio edilizio è costituito da
edifici dei centri storici e da condomini che ospitano situazioni di disomogeneità economica. A questo punto
potrà adeguare il proprio edificio solo chi avrà i soldi per farlo. Vogliamo ricordare che quando il terremoto
accade colpisce tutti, quindi lo Stato dovrà nuovamente intervenire per coloro che non hanno la capienza
economica per potere usufruire dei bonus. Un cane che si morde la coda. Per intenderci, a grandi linee, a
meno che non si abbiano tasse da pagare per circa 20 mila euro annui, le detrazioni fiscali non saranno più
vantaggiose”.
Ingegneria Sismica Italiana ritiene si tratti di un provvedimento iniquo e non democratico a vantaggio di
pochi e a svantaggio di tanti. Un provvedimento che si allontana completamente dal concetto di
prevenzione sismica sulla quale si sta lavorando. Chi dovrà intervenire in caso di terremoto sarà
nuovamente lo Stato; tanto valeva quindi lasciare quei soldi a disposizione di tutti e proseguire con lo
strumento della cessione del credito.