di Pietro Tonti
L’amministrazione comunale di Isernia, con il sindaco Giacomo D’Apollonio si gioca tutto sull’università quale volano di sviluppo per la città, svilita in ogni ambito sociale ed economico negli ultimi anni.
Ai corsi deserti, alle innumerevoli chiusure di fine anno che si perpetrano oramai inesorabilmente da più di tre lustri, non si riesce a contrapporre una via percorribile per ridare alla città quello speldore degli anni 70/80.
La chiusura definitiva della filiera del tessile e la delocalizzazione di enti sub regionali, dei presidi che davano lustro alla città pentra, non rimane oramai che un ricordo del recente passato. Interi palazzi vuoti, in ogni strada, vetrine con fittasi o vendesi che hanno sostituito le belle vetrine dei commercianti di un tempo. Un disastro a cui lo sappiamo, non è facile uscirne.
Oggi vi è la soluzione, si chiama Unimol, vi è una lettera di intenti firmata dal sindaco D’Apollonio a favore dell’avvio di un centro d’eccellenza su “Data Scienze e Machine Learning” applicata alla Medicina ed alla Finanza da collocarsi presso l’auditorium unità d’Italia.
L’Unimol conferma che lo scopo del progetto è quello di creare ad Isernia, intorno al corso di laurea in Informatica ed a Campobasso, intorno al corso di laurea in Ingegneria medica, un polo di alta formazione e ricerca sui temi dell’intelligenza artificiale, reti neurali, machine learning, modellistica matematica e matematica numerica applicati alla finanza e alla medicina.
A questa lettera di intenti finalizzata ad avere finanziamenti dal Cis deve seguire un protocollo d’intesa che ancora non c’è, in arrivo dal Contratto Istituzionale di Sviluppo ci sono 650 mila euro per il corso magistrale all’auditorium e 10.5 milioni di euro sempre per ristrutturare lo stesso e adeguarlo a facoltà universitaria, ma anche solo questa iniziativa, seppur lodevole non basta a ridare ad Isernia il maltolto degli ultimi anni.
Anche se a regime con una magistrale di informatica verranno attratti circa 300 studenti che sommati ai 400 di infermieristica della Sapienza di Roma di Via Mazzini saranno 700, bisognerà far ritornare in città le facoltà umanistiche di lettere, Scienze Politiche e magari Paleontologia (visto il sito di importanza mondiale che si possiede); solo allora si avrà un processo di incremento che possa ridare quella vitalità necessaria alla città per rinascere.
Occorrerebbero circa 2.000 studenti da far gravitare nella futura Isernia universitaria per rilanciare l’economia in maniera seria e costruttiva, fino ad allora si arrancherà. Quindi l’impegno deve essere determinato verso questa strada. E cosa sta accadendo? Ci sono due distinti comitati che stanno nascendo, il primo formato da professionisti in più segmenti che vogliono stimolare l’amministrazione ad un decisionismo immediato a firmare il protocollo di intesa con il rettore Luca Brunese, affinchè si avvii il processo e si scelgano sedi opportune, oltre all’auditorium per ospitare le facoltà.
L’altro comitato è quello stimolato da Emilio Izzo sempre per lo stesso scopo. Il sindaco rileva positivamente queste iniziative, qualora ci sia sinergia, visto che tutti vogliono l’università, anche e soprattutto il primo cittadino.
La perplessità di D’Apollonio è quella che non venga attaccata l’amministrazione, come probabilmente avverrà – afferma D’Apollonio – non dimenticando che tra un anno e mezzo si vota per rieleggere sindaco e amministrazione comunale. E questo argomento potrebbe essere usato in campagna elettorale, strumentalmente, per minimizzare e sminuire l’operato dell’attuale esecutivo sulle intenzioni di rilancio universitario, messe a punto dall’amministrazione comunale.