di Pietro Tonti
L’amministrazione comunale di Isernia ha saldato con un importo di circa 140 mila euro, tra spese legali (12 mila euro) e importo dovuto, le annualità mancanti all’azienda Tipolitografia Cicchetti di Isernia per le annualità riguardanti l’utilizzo dei locali adibiti a scuola primaria San Giovanni Bosco.
Come ricorderete, l’inagibilità della storica scuola di Corso Garibaldi per motivi sismici, fece adoperare nel 2010 l’amministrazione retta da Gabriele Melogli a optare per i locali di San Lazzaro per trasferire i giovani studenti in uno stabile sicuro,con l’importo mensile di 5 mila euro, fu stipulato regolare contratto valevole per sei anni, dal 2010 al 2016.
Negli anni si erano creati insoluti, per le vicissitudini delle amministrazioni che dal 23 maggio 2012 dopo la vittoria elettorale di Ugo De Vivo e la famosa anatra zoppa, spalancò le porte al commissario prefettizio, Annunziato Vardè.
Il successivo rientro breve in amministrazione di Ugo De Vivo, tra la fine del 2012 a gennaio 2013 e di nuovo l’avvento di un altro commissario prefettizio Vincenza Filippi. Ed ancora l’era Brasiello, posta in quiescenza e dal 17 settembre 2015 l’avvento dell’ultimo commissario prefettizio Vittorio Saladino, prima delle elezioni dell’attuale esecutivo D’Apollonio in carica dal 24 giugno 2016.
Questi passaggi di consegna amministrativi hanno determinato nel corso degli anni deficienze nell’affrontare gli adempimenti contrattuali generando insoluti e azioni legali di recupero da parte delle aziende creditrici, in questo caso della società legata alla Tipolitografia Cicchetti.
Oltre al predetto, si ebbe un altro contenzioso, ancora in corso, tra la società Tipolitografica, proprietaria dei locali della scuola e L’Arpa che rilevò nel 2013 una concentrazione anomala di gas Radon e la scuola venne bloccata agli studenti in attesa di altri rilievi, a cui i titolari della Tipografia Cicchetti si adoperarono a far eseguire da una società primaria che sconfessò l’Arpa, ma il contenzioso a distanza di 7 anni ancora è nelle aule dei tribunali.
Intanto ieri la liquidazione totale di tutto il contenzioso fino al 2016, anno di risoluzione del contratto da parte dell’amministrazione comunale. Tutto bene, le intenzioni e la chiusura di una questione fastidiosa che pendeva da troppo tempo.
Ma si registra eufemisticamente un’anomalia, l’amministrazione comunale non avrebbe provveduto a fare disdetta dei locali e quindi per legge il contratto si è rinnovato tacitamente e automaticamente. L’azienda Tipolitografica potrebbe richiedere quindi il dovuto fino al 2018, per altre due annualità in quanto solo nel 2019 i locali adibiti a scuola sono stati ceduti in fitto ad altre aziende.
Una mancanza che potrebbe costare all’amministrazione D’Apollonio e, quindi ai cittadini isernini altri 120 mila euro, solo per una negligenza di chi avrebbe dovuto richiedere formale disdetta del contratto nei giusti tempi per l’inutilizzo di tale immobile.
Una leggerezza che pesa su un’amministrazione che attualmente vede agire un’altra azienda, quella concessionaria dei parcheggi a pagamento che gestisce con i vigilini, comminando multe salate ai trasgressori senza un contratto. Responsabilità da imputare all’amministrazione, alla dirigenza o ad entrambe?