Dopo oltre tre anni di stop, il Centro diurno per disabili Afasev torna finalmente operativo, al termine di un lungo percorso che è culminato nella concessione
in comodato d’uso gratuito dello stabile di contrada Coppolicchio, di proprietà comunale, che ospita il centro socio-assistenziale.
La riapertura è finalmente ufficiale, grazie allo sforzo congiunto di Comune d’Isernia, Regione Molise e Diocesi di Isernia-Venafro: ieri mattina proprio presso l’edificio che ospita il centro si è svolto un importante momento di confronto e dialogo
a sancire la ripresa delle attività.
Decisivo anche l’aiuto giunto direttamente da Papa Francesco come ha spiegato il vicepresidente dell’Afasev, Paolo Orabona:
«Si tratta del secondo progetto finanziato direttamente dal Papa, il primo risale al 2021, grazie al quale abbiamo accolto un ergastolano evitandogli di morire in carcere e adesso è con noi in Caritas. Stavolta, invece, il cardinale Krajewski dopo aver ascoltato il Papa si è detto ben felice di contribuire anche a questa progettualità: una contingenza che abbiamo voluto insieme al nostro vescovo e inizialmente qualche mese fa abbiamo raccolto la richiesta di aiuto disperato da parte delle famiglie, perché difficilmente riescono a
vivere una situazione di pseudonormalità quindi abbiamo deciso di
finanziare ovviamente a fondo perduto questo progetto».
Tra i presenti, ieri, anche l’assessore regionale Gianluca Cefaratti: «Una bella giornata quella di oggi non solo per Isernia e per tutto l’Ambito territoriale pentro, ma anche per il Molise. Vedere la riapertura di una struttura che è stata utilissima ai cittadini di questo territorio, alle loro famiglie e soprattutto ai ragazzi che sono meno fortunati, è motivo d’orgoglio personale e della Regione, ma credo di qualsiasi cittadino molisano».
Il sindaco, Piero Castrataro, ha rimarcato invece l’importanza dell’unione tra le istituzioni nel raggiungimento di obiettivi come quello per l’attesa riapertura del Centro Afasev: un traguardo reso possibile – ha detto – «grazie al contributo, al sostegno, al
supporto di tante anime, istituzioni, Chiesa, Caritas, associazioni, studenti e tanti professionisti e privati cittadini che hanno aiutato, ciascuno secondo le proprie possibilità, a restituire alla città un punto di riferimento per l’offerta di servizi socio educativi. Ora guardiamo avanti, pensiamo a dare sostenibilità al progetto nel futuro. Noi continueremo a fare tutto il possibile, l’Afasev non sarà lasciata sola».