Isernia – PCL: <<Diversi lavoratori e pensionati ci hanno chiesto una tutela “tecnica” e di dar voce alla loro protesta contro avvisi di pagamento per che stanno pervenendo in questi giorni da parte dell’attuale amministrazione di Isernia e per essa dal servizio tributario privatizzato.

Abbiamo infatti individuato gravi “errori” su IMU e TARI che rischiano di tradursi in balzelli non dovuti da queste famiglie già in difficoltà a causa dei governi capitalisti centrali e locali, ed a causa delle iniquità fiscali (imposizione indiretta locale e carenza di progressività generale), che avvantaggiano i padroni, i ricchi, mentre tartassano le fasce popolari, cosa che peraltro si aggraverà se passerà la tassa piatta di Salvini.

In quanto all’IMU, vengono inviate illegittime intimazioni di pagamento a figli contitolari di nuda proprietà  per successione indivisa della casa materna o paterna, senza tenere conto di quanto già risulta in atti comunali e visure catastali, e cioè  che la madre vedova o il padre vedovo esercitano il diritto di abitazione esclusivo come superstite erede ex art.540 c.c..

Ne deriva che il genitore superstiste, residente in quella casa, è unico soggetto passivo IMU, e trattandosi di prima casa essa è totalmente esente, senza che nulla fosse dovuto dagli altri figli coeredi (art. 9, comma 1, del D.LGS n. 23 del 14/03/2011).

Non solo: a parte l’infondatezza nel merito, v’è comunque la decadenza per decorso del triennio per effetto dell’art.161 comma 1 L.296/2006 dall’anno di imposta 2013, anno in cui l’ accertamento è già definitivo a seguito della fedele denuncia agli atti.

 Altre indebite richieste abbiamo rilevato sulla intimazione di pagamento cumulativa TARI 2014-2015-2016: nei casi da noi verificati il Comune di Isernia aveva già attestato la regolarità del pagamento rispetto agli avvisi di acconto e saldo, che infatti sono stati puntualmente adempiuti.

E ancora: a parte che per la TARI 2014 si è di nuovo in decadenza per decorso del triennio suddetto, vengono richieste, per alcuni anni, cifre al di sotto del minimo previsto dal regolamento comunale dei tributi che prevede, appunto, dei minimi sotto i quali non è possibile esigere o rimborsare (16 euro, anche se, facendo confusione, il comune ha pubblicato un avviso che recita la inferiore cifra di 10 euro – sic! -.

 lnfine: tali avvisi sono firmati da un responsabile della società privata e non dal dirigente comunale preposto come prevede l’art.107 del TUEL, per cui si eccepisce anche tale vizio di nullità.

 Chiediamo pertanto che il Comune intervenga ad annullare d’ufficio tali atti (riesame in autotutela), in modo che i malcapitati lavoratori e pensionati non siano onerati né di inique tassazioni né di gravosi adempimenti giudiziali atteso che, pure la farraginosa e costosa macchina della giustizia, è precipuamente roba per ricchi, in questo sistema capitalistico.>>

 IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente